Taglio del cuneo fiscale: ecco come cambiano le buste paga
L’effetto Meloni si rifletterà a partire da luglio, e quindi, sullo stipendio di agosto e si applicherà fino a novembre
Buste paga più ricche per l’effetto del decreto Lavoro varato dal governo Meloni il 1 maggio. A favorire dei vantaggi sul cuneo fiscale - ovvero la differenza tra quanto un datore di lavoro paga per un dipendente e quanto il dipendente effettivamente ha in busta paga al netto delle tasse e dei contributi previdenziali - non saranno però tutte le fasce di reddito.
Innanzitutto è bene sapere che il cambio nella busta paga arriverà, sì, ma solo nella seconda parte dell’anno. L’effetto Meloni si rifletterà a partire da luglio, e quindi, nella maggior parte dei casi, sullo stipendio di agosto e si applicherà fino a novembre come ultimo mese di paga.
Ma all’atto pratico cosa cambia?
Come mostra la tabella qui sopra, chi oggi guadagna poco meno di 780 euro netti in busta paga (con una retribuzione lorda di 10.000 euro) vedrà un aumento di circa 45 euro. Questo perché, agli attuali 19 euro al mese previsti dal taglio di tre punti dei contributi previdenziali trattenuti in busta paga, si sommeranno 25 euro circa. Con il medesimo schema, chi ha una retribuzione lorda di 15.000 euro godrà di un aumento di 67 euro circa rispetto ai 38 attuali, chi ha una retribuzione di 20.000 euro lordi vedrà un aumento fino a 77 euro rispetto ai 45 attuali e, per concludere, chi prende 25.000 euro lordi vedrà lievitare l’aumento da 55 a 96 euro.
In proporzioni inferiori saranno invece gli aumenti per chi guadagna cifre lorde superiori ai 25.000 euro e fino ai i 35.000 euro. Chi per esempio ha una retribuzione di 27.500 euro lordi vedrà in busta paga circa 90 euro in più, il doppio rispetto ai 30 euro attuali dati dal taglio del cuneo di due punti varato dal governo non
Draghi. Irrisorio il cambio per chi invece guadagna circa 35.000 euro lordi: per loro l’aumento sarà di circa 98 euro in più.
Come abbiamo detto, la misura partirà con i mesi estivi per esaurirsi prima de 2024. I lavoratori, a fine anno, godranno della tredicesima ma rinunceranno agli aumenti che oggi sono finanziati con uno stanziamento di quasi 3 miliardi e mezzo dati dallo scostamento di bilancio e autorizzati dal parlamento. Rinnovare la manovra da gennaio costerebbe circa 12 miliardi al governo che, tuttavia, potrebbe assorbire lo sconto sul cuneo nella riforma dell’Irpef che dovrebbe scattare il primo di gennaio.
«Noi abbiamo ereditato uno sconto molto più ridotto, di due punti percentuali, tutti dicevano che non lo avremmo confermato. Lo abbiamo confermato, lo abbiamo rafforzato, adesso lo abbiamo più che triplicato per i lavoratori che guadagnano fino a 25.000 euro all'anno e più che raddoppiato per quelli che ne guadagnano fino a 35.000» ha commentato il ministro Giorgetti «Abbiamo fatto una cosa giusta, specialmente in un periodo come questo di carovita in cui le famiglie fanno fatica. Credo che il governo, dopo aver fatto dei sacrifici, assunto delle decisioni difficili, può oggi in qualche modo andare incontro alle famiglie in difficoltà».