I magistrati vogliono il vaccino o rallentano i processi (già più lenti del mondo)
L'ultima richiesta delle toghe fa sorridere e dimostra come questa categoria viva in un mondo tutto suo, lontano dalla realtà
Se i magistrati non avranno la priorità per il vaccino, allora rallenteremo i processi. Il comunicato dell'Anm è un pugno nello stomaco: "Invitiamo i dirigenti degli uffici giudiziari (…) a rallentare le attività dei rispettivi uffici".
Insomma, prendere o lasciare. O sganciate il vaccino oppure "rallentiamo le attività". Come se i processi in Italia fossero troppo veloci, per cui occorre tirare il freno a mano se non arriva la corsia preferenziale: e meno male che la casta, in Italia, era quella dei politici.
Immaginiamo per un momento cosa succederebbe se ragionassero così altre categorie. Se si fossero mossi così i medici o i farmacisti, o gli insegnanti: non avremmo avuto ospedali, niente medicine, niente scuola. Se le cassiere dei supermercati imitassero l'Anm, la gente morirebbe di fame. Ecco, chiediamocelo: perché le cassiere non minacciano lo Stato ipotizzando la chiusura delle casse? Per un motivo molto semplice: verrebbero licenziate. Ed è sintomo di un problema grave che un simile comportamento arrivi invece dai rappresentanti di un potere dello Stato costituzionalmente riconosciuto. Un potere diffuso, formato da tanti magistrati che si sacrificano ogni giorno: ma evidentemente viziato da un organo di rappresentanza che ha perso ogni contatto col mondo reale. Gli interessi corporativi prevalgono su qualsiasi interesse nazionale e principio etico.
All'Anm bisognerebbe ricordare che il presidente del Csm, cioè il capo della magistratura, cioè il Presidente Mattarella, ha aspettato il suo turno vaccinale come tutti gli altri. Forse il sindacato delle toghe ritiene di essere più importante dell'inquilino del Quirinale? In base a quale principio? Anzi: non sarebbe il caso che Mattarella rimetta in riga, con uno dei suoi moniti, una rappresentanza togata che minaccia di disertare il lavoro?
Dato che i magistrati non hanno più la priorità per il vaccino, allora rallentiamo i processi. Se voleva essere un'operazione simpatia, il comunicato dell'Anm colpisce davvero nel segno: un'ottima campagna-verità per la categoria delle toghe