Vannacci
(Ansa)
Politica

Vannacci + Roggero. La stampa di sinistra crea il «fascista perfetto»

Oggi sui giornali c'è chi accomuna i due protagonisti, lontani, di due fatti di cronaca pur di attaccare una certa parte politica

Quando la realtà supera la fantasia è sempre una cosa notevole, anzi, meritevole di una segnalazione. Un quotidiano oggi è riuscito nell’impresa di costruire «L’Homus Fascistus perfectum» mettendo insieme due cose che più lontane tra loro non si può con una semplice, astutissima domanda: «Ma lei, cosa pensa dell’altro?».

I personaggi in questione sono il Generale Roberto Vannacci, finito ieri sulle prime pagine e nelle aperture degli online per due notizie: la prima è il nuovo incarico a Capo di Stato Maggiore delle forze operative terrestri, la seconda è che appena arrivato in ufficio gli è stata notificata l’apertura di un’inchiesta disciplinare legata al famoso libro ed ai suoi contenuti. Il secondo è il signor Mario Roggero, gioielliere, condannato ieri dalla Corte d’Assise di Asti a 17 anni di carcere per duplice omicidio ed un tentato omicidio. Condanna pesate perché ha sparato ai tre rapinatori che avevano appena preso d’assalto e rapinato il suo negozio e stavano fuggendo. Roggero è uscito in strada ed ha sparato più volte contro i tre uomini.

Qui non stiamo ad entrare nel merito della condanna di Roggero o dell’inchiesta contro Vannacci. La cosa davvero sbalorditiva è un’altra, precisamente la domanda come dicevamo ad inizio testo fatta da un giornalista al gioielliere pochi minuti dopo la sentenza: «Lei cosa pensa di Vannacci?». !Lo stimo, condivido molte delle cose che ha scritto. Chiedo aiuto a lui per la mia situazione».

Detto, fatto.

Ecco la personificazione del peggior maschio possibile: mezzo generale, quindi guerrafondaio per definizione, con una irrefrenabile voglia di uccidere e sparare, razzista ed omofobo e mezzo gioielliere, armato, spietato, anche lui attratto fortemente dalle armi e dal premere il grilletto appena possibile. Inutile dire che tra le domande inutili (nel senso che non hanno nulla a che fare con il suo processo e la condanna) che sono state poste ieri a Roggero ce n’era una anche sulla morte di Giulia Cecchettin ed il femminicidio… Già che c’erano avrebbero potuto anche chiedergli per chiudere il cerchio se «in caso di ritardo del treno lei chiederebbe di farsi lasciare alla prima stazione possibile?».

Vale tutto per cercare di attaccare, vale tutto per screditare, vale tutto per far passare idee sbagliate su uomini che hanno storie molto più lunghe e complesse dei due fatti di cronaca che li hanno portati al centro dell’attenzione. Basterebbe un po’ di rispetto. Sulla deontologia professionale ormai non vale nemmeno più la pena parlare.

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Andrea Soglio