mario draghi
(Ansa)
Politica

Le tensioni del governo costretto alla fiducia sul decreto Ucraina bis

Dopo polemiche e divisioni Draghi è costretto a blindare il provvedimento mentre dal vertice di Arcore il centrodestra esce non proprio compatto

Il governo pone il voto di fiducia sul decreto Ucraina. Il voto è atteso per domani alle 10.30 nell’Aula della Camera. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, stabilendo che le dichiarazioni di voto partiranno alle 8.45. Mossa che avviene dopo che nella giornata di lunedì alla Camera non si è raggiunto il numero legale per ben tre volte, per discutere della questione pregiudiziale di costituzionalità e successivamente votare il testo del decreto, che ricordiamo contiene anche misure a sostegno a causa dell’aumento dell’energia (bonus sociale contro aumento energia e gas, credito d'imposta per le imprese, modifiche al superbonus, misure per il sostegno della liquidità alle pmi e aiuti alle imprese del settore agricoltura).

Il decreto deve inoltre essere approvato entro il 20 maggio altrimenti decadrà, e dunque da qui l’urgenza di riprogrammare il voto domani e di giungere subito ad una conclusione.

Il non voto di lunedì non ha scomposto particolarmente la maggioranza che ha minimizzato la mancata presenza dei deputati (il 67% della Lega, ma grandi assenze anche tra Forza Italia e M5S). Salvini si è discolpato dicendo come non fosse colpa sua dato difficilmente avrebbe potuto seguire i lavori alla Camera dato che era a colloquio con Draghi. E il M5S per voce del ministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli, a margine del meeting Italia Israele su Techagriculture, in corso a Napoli, spiega le assenze di lunedì sostenendo che: “Mi sono fatto l'idea di una maggioranza molto ampia che consente a ciascun singolo di non ritenersi indispensabile. Quindi, molto spesso, c’è un abbandono per andare sul territorio perché non c'è un problema di tenuta della maggioranza. Credo ci siano responsabilità singole e soggettive, e non collettive - aggiunge Patuanelli - accade perché credo che nessuno si senta di dover essere presente per garantire la maggioranza, visto che la maggioranza è molto, molto ampia. E questo porta a un allontanamento dal Parlamento, dove si dovrebbe stare un po' di più”. Risposte che tendono a rassicurare, ma che sulla quale verrà fatta la prova del nove domani con il voto di fiducia voluto dal governo sul decreto Ucraina.

Di parere opposto è Fratelli d’Italia. Secondo la leader Giorgia Meloni la maggioranza è a pezzi: "Il Governo già non nasceva bene, perché nel nostro sistema democratico di solito si ha un Parlamento che regge il Governo. In questo caso si ha un Governo che regge il Parlamento. Quindi, le cose a monte non è che nascono benissimo. Mi pare che ormai ci sia una difficoltà enorme, perché anche su un decreto come quello di oggi, dove ci sono anche delle materie importanti. La maggioranza o è troppo distratta oppure qualcuno sta dando dei segnali e quei segnali sono di nervosismo. Ma per me è una buona notizia se il Governo va a casa". Così la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, a margine della presentazione del libro di Vittorio Feltri. Dopo l’attacco alla maggioranza di governo, oggi la leader del partito oggi di maggioranza relativa secondo i sondaggisti ha incontrato ad Arcore, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini per fare il punto sulla coalizione di centrodestra, uscendone non del tutto soddisfatta a differenza degli altri due leader.

Secondo la Meloni è “sicuramente positivo essersi incontrati ma l'unità della coalizione non basta declamarla. Occorre costruirla nei fatti”. Sottolineando come ci siano intenti comuni sulla contrarietà ad una futura legge proporzionale per le elezioni politiche, restano ancora fumose le regole d'ingaggio sulle modalità con cui formare liste e programmi comuni. Fratelli d'Italia, nel confermare la sua indisponibilità a qualsiasi futura alleanza con il Partito democratico e/o Cinquestelle, confida nella stessa chiarezza da parte degli alleati, convinta che occorra essere uniti non solo nella forma ma anche nelle scelte, nei progetti e nei programmi". Dall’altra parte Berlusconi sottolinea come il centrodestra per vincere deve essere unito e che solo “un pazzo potrebbe pensare di mandare all’aria questa coalizione”. "Il centrodestra così com’è funziona, aggiorneremo il programma e avremo ancora un programma unico, la coalizione va avanti spedita", conclude Berlusconi. Positivo anche Salvini che si è dichiarato “molto soddisfatto” dell’incontro avuto oggi. Meeting che stando alle parole del leader di Forza Italia non sarà l’ultimo.

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Giorgia Pacione Di Bello