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JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images
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Polonia: dove può portare l'ascesa della destra estrema

Il nazionalismo si nutre del risentimento verso Germania e Russia in un Paese dove la crescita economica è forte

Abituati all’idea che la rimozione culturale del nazismo nell’ex blocco sovietico durante gli anni del comunismo sia alla base del successo delle destre xenofobe nell’est Europa, restiamo ugualmente sconcertati di fronte alla forza dell’estrema destra in Polonia. Il paese, lo ricordiamo, che ha pagato forse il dazio più alto all’occupazione tedesca e alla persecuzione degli ebrei, ma anche alla brutale amicizia di Mosca.

Eppure, andando a ritroso negli ultimi eventi, siamo di fronte ad un’escalation preoccupante. Due giorni fa la manifestazione di piazza con sei deputati europei dell’opposizione impiccati su forche; a metà novembre la sfilata di 60 mila militanti dell’ultra destra nel centro di Varsavia per le celebrazioni dell’Indipendenza con slogan razzisti; appena nel luglio scorso l’intervento in extremis del Presidente Andrzej Duda per stoppare la legge che minava l’autonomia dei giudici voluta dal partito di destra, al governo dal 2015, “Diritto e Giustizia”.

Il contesto economico

Aggiungiamo al quadro la linea di Donald Tusk a Bruxelles, specie verso i migranti, come se la memoria storica non valesse nulla e le sofferenze del popolo polacco fossero una leggenda storiografica. Considerata per tutto l’Ottocento come la Palestina attuale, la Polonia smembrata dalle potenze vicine, invasa, e colpita a morte nel suo nucleo ebraico come nell’esercito (Katyn), oggi non ha nemmeno l’alibi inattaccabile, per giustificare l’ascesa delle destre oltranziste, della crisi economica.

Parte dell’Unione Europea ma sganciata dall’Euro, con un PIL al primo trimestre 2017 al 4,1% e la disoccupazione appena all’8%, con un welfare che funziona grazie al piano detto del “500+” capace di allontanare oltre 4 milioni di polacchi dalla soglia di povertà, questa nazione cerniera tra est e ovest, cattolica e fiero membro della NATO, sembra aver tutte le carte in regola per garantirsi stabilità e pace sociale. Ma allora cosa sta andando storto?

L’ultima visita di Donald Trump, a luglio prima del G20 di Amburgo, ha avuto il merito di sintetizzare tutte queste criticità. Il Tycoon nel suo comizio ha attaccato la Russia, elogiato la Polonia e la sua vocazione militare (tra l’altro Washington e Varsavia hanno stretto un accordo per la fornitura americana di missili Patriot di ultima generazione), e ha tranquillamente evitato una visita, o anche solo una parola, agli eroi del ghetto di Varsavia.

Il ritorno agli anni '30

Insomma il nazionalismo polacco è in piena ascesa e si nutre ogni giorno di un risentimento storico verso i vicini di Germania e Russia, verso la difesa del sangue bianco e del cattolicesimo come baluardo sia contro l’islam sia contro il mondo ortodosso e spinge per politiche ancora più restrittive in tema di aborto e diritti umani.

Nella sfilata di novembre in occasione del giorno dell’Indipendenza, si è visto di nuovo in piazza un residuato degli anni Trenta: la bandiera verde filo-fascista. Un ministro - ma non uno qualsiasi - quello dell’Interno Mariusz Blaszczak commentando le immagini ha parlato di “bel colpo d’occhio”. Peccato che la manifestazione abbia oscurato quella ufficiale, e cioè la parte di Polonia ancorata ai valori della democrazia e della tolleranza.

D’altronde, com’è noto e ribadito, la massima aspirazione di Mariusz Blaszczak è quella di emulare Carlo Martello che nel VII secolo bloccò l’invasione arabo musulmana: capiamo allora, da questa mentalità onirica, la grave cesura in atto nella società polacca.

Le conseguenze per l'Europa

Questa nazione, in grado di regalare splendidi intellettuali nelle lettere e nel cinema, nella storiografia e nelle arti, con un livello culturale elevatissimo delle proprie università, si trova a gestire la contraddizione estrema di un nucleo conservatore capace di vincere le elezioni e di promuovere un’agenda reazionaria. Ma è lecito chiedersi fino a quando gli anticorpi della società polacca reggeranno alla pressione degli ultra conservatori?

L’isolamento internazionale - sia per la promozione di leggi lontane da standard europei, sia per uno sfacciato supporto alle forze antirusse di Ucraina e Bielorussia – è un pericolo reale per Varsavia, specie se il rapporto preferenziale con gli USA dovesse diventare più tiepido.

Ma al tempo stesso la destra polacca rischia di diventare un modello, e se guardiamo alle recenti elezioni di Vienna e di Praga lo è già. E cioè paesi dove non esiste un problema immigrazione o un problema emarginazione sociale e dove la classe media, a differenza del resto d’Europa non è in crisi economica, eppure nonostante questo le elezioni vengono vinte dalle destre nazionaliste, capaci di far leva su paure immaginarie.

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Alessandro Turci

Alessandro Turci (Sanremo 1970) è documentarista freelance e senior analyst presso Aspenia dove si occupa di politica estera

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