Gelo tra Polonia e Israele per la legge sull'Olocausto: ecco cosa dice
La norma vuole difendere l'immagine di Varsavia nel suo coinvolgimento nello sterminio nazista. Netanyahu la taccia di negazione della Shoah
Una legge controversa, che fa gridare all'antisemitismo, mina i rapporti tra Polonia e Israele. Il presidente polacco Andrzej Duda ha firmato la legge sull'Olocausto che mira a difendere l'immagine del Paese all'estero. Si è però impegnato a inviarla alla Corte costituzionale per un'esame di compatibilità, soprattutto per verificare il diritto alla libertà di espressione. Questa mossa è accolta da Tel Aviv come una timidissima apertura, dopo la tesa disputa diplomatica dei giorni scorsi.
Yoav Gallant, ministro israeliano per Costruzione e case, aveva definito la legge polacca una "negazione de-facto dell'Olocausto".
Cosa dice la legge polacca sull'Olocausto
La legge era stata approvata dalla Camera venerdì 26 gennaio. Nella notte tra il 31 gennaio e il 1° febbraio, nella votazione avvenuta poco prima delle 2, il Senato polacco, guidato dal partito conservatore Diritto e giustizia (Pis) del leader Jaroslaw Kaczynski, aveva approvato il testo con 57 voti a favore e 23 contrari, due gli astenuti. Per renderla operativa mancava la firma del presidente polacco Andrzej Duda, arrivata il 6 febbraio.
La legge entrerà in vigore a due settimane dalla firma presidenziale, indipendentemente dalla decisione del presidente di inviarla alla Corte costituzionale. Gli alti togati avranno però il potere di farla decadere.
La Legge sull'Olocausto fissa una pena massima di tre anni di carcere per chiunque, polacco o straniero, accusi la Polonia di complicità con i crimini nazisti o si riferisca ai campi di sterminio nazisti definendoli polacchi o neghi i crimini compiuti durante la seconda guerra mondiale sui polacchi da parte dei nazionalisti ucraini.
La reazione di Israele
Israele aveva chiesto di abbandonare il progetto di legge, considerandolo un tentativo di negare il coinvolgimento polacco nello sterminio nazista degli ebrei. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu domenica 28 gennaio aveva detto: "Non abbiamo tolleranza per la distorsione della verità e la riscrittura della storia, né per la negazione dell'Olocausto".
Anche un gruppo di senatori Usa della Commissione contro l'antisemitismo aveva rivolto un appello al Senato polacco a non firmare la legge. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti aveva invitato invano i parlamentari polacchi a fare un passo indietro per non peggiorare le relazioni fra Washington e Varsavia.
Il rinvio della legge alla Corte Costituzionale ha un po' stemperato gli animi. "Prendiamo nota della decisione della presidenza di chiedere un'analisi più approfondita del testo", ha detto il ministero degli esteri israeliano; "speriamo che in un tempo determinato, fino a che la Corte concluda le sue deliberazioni, riusciremo a trovare un'intesa sulle modifiche e le correzioni" al testo.