Bullismo: fuori pericolo la dodicenne di Pordenone
Nessuna grave complicazione per la studentessa che, prima di lanciarsi nel vuoto, ha scritto ai compagni: "Ora sarete contenti"
E' fuori pericolo la ragazzina di 12 anni che si è gettata stamani dal secondo piano della propria abitazione: lo si è appreso da ambienti vicini alla famiglia. A quanto pare la studentessa avrebbe riportato politraumi e la sospetta frattura di una vertebra. E' ricoverata nell'Unità Spinale dell'ospedale di Udine, con prognosi di 40 giorni. Al momento sarebbero escluse complicazioni più serie.
Prima di lanciarsi nel vuoto, la piccola aveva lasciato due lettere sulla scrivania: una ai genitori, scusandosi per il gesto; l'altra ai compagni di classe, con una frase emblematica, "adesso sarete contenti".
La giovane è finita prima sulla tapparella del piano sottostante, che ne ha frenato la caduta, poi a terra. Rimasta sempre cosciente, è stata immediatamente soccorsa e ricoverata con prognosi riservata nel reparto di Terapia Intensiva di Pordenone, dove i sanitari le hanno diagnosticato numerose fratture.
La madre si è accorta della vicenda quando, entrando nella sua camera, non ha trovato la figlia notando la finestra aperta. Allora si è affacciata e ha visto la bimba distesa nel cortile sottostante, con un vicino che la stava soccorrendo.
Un malessere che perdurava da tempo
Oltre che nella lettera lasciata sulla scrivania, la piccola anche nelle prime fasi dei soccorsi, tanto al personale del 118, quanto alla mamma e pure agli agenti della Squadra Volante della Polizia di Stato, che stanno svolgendo le indagini, ha ripetuto il proprio disagio per i difficili rapporti con amici e coetanei della scuola.
La piccola deve aver maturato nel tempo la convinzione di suicidarsi. Lo si desume dal fatto che le lettere lasciate sulla scrivania non sono state scritte oggi ma riportano una data della settimana scorsa, probabilmente giovedì.
Da circa una settimana non andava a scuola a causa di una infiammazione alle vie respiratorie. Stamani la mamma è entrata nella sua cameretta proprio per somministrarle una terapia di aerosol, scoprendo che la figlia si era lanciata nel vuoto.
Dispositivi sotto indagine
La Procura per i minorenni di Trieste ha disposto il sequestro dei device nella disponibilità della ragazzina. Secondo la polizia si tratta di un atto "necessario per poter cercare un collegamento tra le accuse che la dodicenne ha formulato in una lettera di addio e l'eventuale comportamento di qualche coetaneo".
Il sequestro di telefonino e apparecchiature informatiche è stato deciso anche perché nell'ultima settimana la ragazzina è rimasta a casa senza andare a scuola e dunque gli unici contatti con amici e compagni potrebbero essere avvenuti unicamente tramite internet o sms.
Appena le condizioni della dodicenne lo consentiranno, la Procura per i minori disporrà un'audizione protetta. Solo dopo che avrà circostanziato possibili accuse gli investigatori potranno sentire, con le medesime modalità, eventuali minorenni coinvolti.
Non c'era alcun segnale che lasciasse presagire quanto accaduto, siamo sconvolti". Sono le parole della dirigente della scuola media di Pordenone frequentata dalla ragazzina. "Mai, né durante i Consigli di classe, né in situazioni più informali - ha aggiunto - era emerso disagio di alcun tipo, e men che meno episodi di presunto bullismo. I genitori di questa ragazzina e degli altri alunni non hanno mai accennato nulla a me o agli insegnanti. Insomma, un dramma che stava covando e di cui nessuno si era accorto ma non ci sono evidenze alla scuola che ci siano stati episodi particolari".
Una classe normale
"La ragazzina ha sempre frequentato con profitto - ha proseguito la dirigente - anche se con una certa discontinuità. Ecco, è questo l'unico elemento per cui ho riconosciuto il nome quando gli agenti della Questura sono entrati. E' spesso a casa per qualche problema di salute, ma faceva tante assenze anche alla Primaria. Quando ho informato i docenti mi hanno riferito che proprio oggi volevano prendere contatto coi genitori perché da qualche giorno era a casa e i compagni avevano riferito loro che era probabilmente influenzata".
Circa la situazione della classe - venti alunni di cui sette stranieri - la preside ha spiegato che si tratta di un normale gruppo di dodicenni, "forse un po' più turbolento della media - ha riconosciuto - ma senza costringerci ad adottare particolari provvedimenti disciplinari".
La dirigente ha terminato facendo un appello al buon senso: "Dobbiamo cercare di capire perché questi ragazzini, sempre più giovani, arrivano a progettare questo tragico epilogo della loro esistenza. Invece c'è già la corsa al sensazionalismo, si sono già condannati amici e coetanei per il presunto bullismo mentre la scuola sarebbe inerme. Nel nostro caso abbiamo perfino uno sportello di ascolto gestito da una psicologa a cui però questa ragazzina non ha inteso accedere. Prima di qualunque giudizio, aspettiamo che la Polizia parli con lei. L'unica cosa importante - ha concluso - è che questa nostra ragazza si possa riprendere pienamente".