Sergio Mattarella
Ansa/Ufficio stampa Quirinale - Francesco Ammendola
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Mattarella a Locri contro le mafie: in risposta scritte contro la legalità

Il presidente della Repubblica ha incontrato i famigliari delle vittime innocenti. Dopo la sua visita, sui muri del Vescovado: "Più lavoro meno sbirri"

Il discorso di Matterella

"È un elenco al tempo stesso doloroso e istruttivo", ha detto il presidente Mattarella prendendo la parola, in un discorso percorso da grande fermezza (qui il testo del discorso integrale). Nell'elenco delle vittime della mafia "ci sono anche donne e bambini, i mafiosi non conoscono né pietà né umanità, non hanno alcun senso dell'onore e del coraggio. I loro sicari colpiscono con viltà persone inermi e disarmate. Le mafie non risparmiano nessuno: colpiscono chiunque diventi un ostacolo al raggiungimento dei loro obiettivi, che sono denaro, potere e impunità".

Ecco il discorso di Mattarella da YouTube:


La lotta alle mafie riguarda tutti

"Lottare contro la mafia non è soltanto una stringente e, certo, doverosa esigenza morale e civile", ha proseguito il presidente Mattarella. "È anche una necessità per tutti: lo è, prima ancora che per la propria sicurezza, per la propria dignità e per la propria effettiva libertà. Si tratta di una necessità fondamentale per chi tiene, insieme alla libertà, alla serenità personale e familiare; per chi vuole misurarsi con le proprie forze e le proprie capacità, senza padroni né padrini. Una necessità per la società, che vuole crescere libera, democratica, ordinata, solidale. Una necessità per lo Stato, che deve tutelare i diritti dei suoi cittadini e deve veder rispettata ovunque, senza zone franche, legalità e giustizia".    

Prosciugare le paludi della corruzione

I risultati dell'azione di contrasto, ha sottolineato il presidente Mattarella, "sono sotto gli occhi di tutti. È bene ricordare che questa lotta, così dura, è stata e viene condotta sul terreno della legalità, del diritto, senza mai venir meno a quei principi che contraddistinguono uno Stato democratico. Ma è necessario non fermarsi. La mafia è ancora forte, è ancora presente. Controlla attività economiche, legali e illegali, tenta di dominare su pezzi di territorio, cerca di arruolare in ogni ambiente".    
"Accanto agli strumenti della prevenzione e della repressione bisogna perfezionare quelli per prosciugare le paludi dell'inefficienza, dell'arbitrio, del clientelismo, del favoritismo, della corruzione, della mancanza di Stato, che sono l'ambiente naturale in cui le mafie vivono e prosperano". E quindi da Mattarella un monito al mondo politico: "I vari livelli politico-amministrativi devono essere fedeli ai propri doveri e, quindi, impermeabili alle infiltrazioni e alle pressioni mafiose". 

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La citazione di Falcolne

Mattarella cita anche Giovanni Falcone, il magistrato assassinato da Cosa Nostra: "Come diceva Giovanni Falcone, la lotta alla mafia non può fermarsi a una sola stanza, la lotta alla mafia deve coinvolgere l'intero palazzo. All'opera del muratore deve affiancarsi quella dell'ingegnere". Per poi aggiungere: "La repressione dell'illegalità è inseparabile dalla resistenza civile. La lotta al fenomeno mafioso non avrebbe potuto raggiungere livelli così alti senza una profonda consapevolezza dei nostri concittadini, senza un forte cambio di mentalità, senza la promozione di una nuova cultura della legalità. I giovani e le associazioni della società civile, come Libera, e tante altre, sono stati tra i motori di questo radicale e indispensabile cambiamento".

Un segnale di speranza per la Calabria

Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha accolto la presenza di Mattarella a Locri come un segnale importante per una terra martoriata. "È stata una presenza tutt'altro che formale o istituzionale", ha detto in una nota. "Ha rappresentato un segnale forte e carico di speranza per una terra che non sempre ha avvertito la vicinanza dello Stato e delle istituzioni. Mattarella ha scelto di essere oggi, qui, in una città e in un comprensorio che hanno sofferto molto e pagato con il sacrificio dei suoi figli migliori la lotta contro le mafie. Questo territorio rappresenta una parte importante della nostra regione per le risorse che esprime, per la storia e le antiche radici culturali ma, soprattutto, perché qui vive una comunità aperta ed accogliente che, nella stragrande maggioranza, è composta da uomini e donne oneste e laboriose, pronte a perdere la vita per difendere la propria dignità. Questa comunità, che ha potenzialità enormi per rialzarsi e riprendere il cammino, ha pieno diritto di guardare con speranza e fiducia al futuro".

ANSA/ MICHELE ALBANESE
Un addetto del Comune di Locri impegnato a cancellare la scritta "Più lavoro, meno sbirri" comparsa su un muro del Vescovado di Locri, all'indomani della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che aveva lanciato un duro monito contro le mafie. Locri, 20 marzo 2017.

Prima il messaggio di resistenza e lotta contro le mafie di Sergio Mattarella, quindi una risposta "di strada" contro la legalità. Dopo la visita di ieri del presidente della Repubblica a Locri, le scritte "Più lavoro meno sbirri" e "don Ciotti sbirro" sono state tracciate nella notte sul Vescovado della cittadina reggina, che in questi giorni ospita don Luigi Ciotti, presidente di Libera, associazione contro le mafie.
Mattarella ha incontrato ieri nello stadio di Locri i familiari delle vittime innocenti delle mafie nell'ambito della XXII Giornata della memoria e dell'impegno, organizzata dall'associazione Libera di don Ciotti. 

Il fratello di Mattarella tra le 950 vittime

Seduto al fianco del ministro dell'Interno Marco Minniti, con vicino la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, il capo dello Stato ha ascoltato i famigliari delle vittime leggere, uno ad uno, i nomi di 950 vittime innocenti delle mafie. Tra questi ha risuonato anche il nome di Piersanti Mattarella, fratello del presidente della Repubblica Sergio, assassinato a Palermo il 6 gennaio 1980 da Cosa nostra durante il mandato di presidente della Regione siciliana.
Un applauso ha accompagnato la lettura dei nomi. Anche il vescovo di Locri-Gerace Francesco Oliva, nel suo intervento, ha fatto riferimento al presidente della Repubblica come famigliare di vittima delle mafie: "Le Chiese di Calabria sono vicine a lei, signor presidente, e alla sua personale sofferenza per la perdita di suo fratello Piersanti, vittima anch'egli dell'arroganza criminale". 

Piersanti Mattarella, l'omicidio nel 1980 - Foto

Ansa
La macchina in via Libertà a Palermo, luogo dell'agguato in cui è stato ucciso Piersanti Mattarella il 6 gennaio 1980. Era appena entrato in auto insieme con la moglie, i due figli e la suocera per andare a messa, quando un killer si avvicinò al suo finestrino e lo uccise a colpi di pistola.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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