Presidenziali francesi 2017, Macron si candida: "Ce la possiamo fare"
Il 38enne di Amiens ha spiazzato tutti, annunciando la sua nomination senza passare per le primarie della gauche
L'ex ministro francese dell'Economia, Emmanuel Macron, ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali francesi del 2017. L'ex fedelissimo di Francois Hollande che ad agosto voltò le spalle al presidente per lanciare il suo movimento politico En Marche! ha annunciato la sua discesa in campo a Bobigny, nella banlieue di Parigi. "Sono pronto, ce la possiamo fare, per questo sono candidato alla presidenza della Repubblica", ha annunciato, insistendo sulla sua volontà di "far entrare la Francia nel XXI secolo".
Il trentottenne di Amiens si è candidato direttamente all'Eliseo senza passare per le primarie della gauche: più volte aveva ripetuto che il suo movimento non è "né di destra né di sinistra" e che le questioni legate alle primarie non lo interessavano. Oggi spiazza tutti, sia tra i Republicains chiamati ad eleggere il loro candidato nell'imminente voto interno sia tra i socialisti.
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Il suo è stato un discorso solenne, di 20 minuti, cominciato alle 11.09. Esprimendosi da un garage di banlieue - ma comunque su un fiammante palchetto presidenziale, con le luci giuste, il tricolore francese e la bandiera europea - il giovane rampante in abito scuro è partito all'attacco della vecchia classe politica che sogna di rottamare.
"Ho visto dall'interno la vacuità del nostro sistema politico" che non "persegue più l'interesse generale" ma "solo quello personale". "Apparati politici" che hanno "trasformato la "vita dei francesi nel semplice sfondo del loro teatro di ombre".
Una Francia che punta ai giovani
L'ex segretario generale dell'Eliseo e poi ministro dell'Economia di Francois Hollande ha poi tuonato contro "regole obsolete" e i "clan" di un "sistema" che e' il principale ostacolo" alla rinascita della Francia, ha continuato l'ex banchiere d'affari dei Rothcshild diplomato all'Ena, la prestigiosa scuola di amministrazione pubblica da cui esce l'elite transalpina.
"Il nostro Paese - ha assicurato - si risolleverà attraverso la sua gioventù". "Metto la mia candidatura sotto al segno della speranza", "voglio liberare l'energia di chi può agire e proteggere i più deboli".
"Voglio una Francia che crede nelle sue chance, che rischia, che spera". Oggi - ha avvertito - la "sfida non è riunire la sinistra o la destra ma i francesi". "La trasformazione del nostro Paese non è una lotta contro qualcosa o qualcuno, ma una lotta per la Francia e per l'interesse generale".