Primarie Usa: gli attentati di Bruxelles fanno volare Trump e Clinton
Hillary e Donald si aggiudicano anche l'Arizona, mettendo un'ipoteca sulla vittoria finale. A Cruz e Sanders i premi di consolazione nello Utah
Per Lookout news
Donald Trump e Hillary Clinton hanno stravinto le primarie in Arizona. Il primo con oltre venti punti su Ted Cruz e oltre trenta su John Kasich, i suoi più temibili rivali interni, portando a casa - in base al principio winner takes all - tutti e i 58 delegati in palio. La seconda staccando Bernie Sanders di oltre venti punti, aggiudicandosi così su base proporzionale buona parte dei 75 delegati attribuito da questo Stato-chiave dell'Ovest americano.
La vittoria sul fronte repubblicano nello Utah di Ted Cruz e di Bernie Sanders sia nello Utah che nello Idaho (dove erano in palio un numero comunque esiguo di delegati) appare come un premio di consolazione, in primarie sì combattute ma dove l'esito finale appare ormai abbastanza segnato a favore del miliardario newyorkese e dell'ex segretario di Stato. Complici gli attentati di Bruxelles, che hanno riportato al centro dell'agenda le questione del contrasto alle reti terroristiche, Hillary Clinton e Donald Trump - ritenuti a torto o a ragione più credibili, la prima perché valutata come più esperta, il secondo perché più considerato più muscolare - hanno ora la strada spianata verso la nomination. Salvo cataclismi hanno la vittoria in tasca.
Sono stati i fatti di Bruxelles a dettare la linea degli ultimi dibattiti. Trump e Cruz non hanno perduto l'occasione per attaccare la politica estera debole di Obama rilanciando le loro istanze sulla linea dura contro gli immigrati e le torture per i terroristi.Hillary, mettendo pure in guardia contro una risposta fondata sulla paura, ha fatto valere la propria esperienza di governo, la propria storia di donna che conosce la diplomazia e la realtà con cui gli Stati Uniti devono fare i conti, a differenza di Sanders, che rimane sì molto apprezzaro dagli elettori più giovani e progressisti, ma è apparso ancora una volta inesperto sulle questioni della politica internazionale. E ora sta pagando pegno.