Primo soccorso in aeroporto, ecco come funziona
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Primo soccorso in aeroporto, ecco come funziona

La morte di un bambino sul volo da Casablanca a Bologna solleva dubbi sulle postazioni di primo intervento negli scali. La risposta dell'Enac

È deceduto durante il volo. Aveva solo 11 anni il bambino, di origini marocchine morto mercoledì sera mentre stava volando con la sua famiglia dal Marocco sull’aeroporto di Bologna.

“Ha accusato problemi respiratori durante il volo ed è successivamente deceduto a bordo- spiegano i vertici della società che gestisce lo scalo bolognese – l'equipe del Primo soccorso sanitario aeroportuale del 118, che già attendeva a bordo pista, è subito salita a bordo del velivolo ma ha riscontrato che il passeggero era già in arresto cardiaco.” Poi precisano: “Il bambino aveva evidenti malformazioni congenite”.

Appena il volo della Royal Air Maroc è atterrato, l’equipe ha iniziato immediatamente ad effettuare la procedura di rianimazione e nel contempo ha chiamato a supporto l'auto medica del 118, che è arrivata in 9 minuti. Il personale del 118 ha attuato la procedura di rianimazione, intubando il bambino e somministrandogli i farmaci previsti.

Ma il piccolo paziente è sempre rimasto in asistolia. “Dopo circa 40 minuti di pratiche di rianimazione – proseguono i vertici dell’aeroporto Marconi - il personale medico ha purtroppo dovuto constatare il decesso del passeggero". Il bambino stava viaggiando con i genitori e tre fratelli. La famiglia, che ha la cittadinanza italiana, risiede da oltre 10 anni a Legnago, in provincia di Verona, ed era di rientro dopo aver trascorso un periodo in patria.

“Purtroppo ci sono casi dove è davvero impossibile poter intervenire con esiti positivi- spiega a Panorama.it, l’ingegner Alessandro Cardi, Direttore Centrale Regolazione Tecnica di Enac - nonostante vi siano presidi medici di primo intervento in tutti gli scali aeroportuali, attivi 24 ore su 24”.

Ingegner Cardi, nell’aeroporto bolognese c’era l’ambulanza ma non il medico che è arrivato dall’ospedale. Come funzionano e chi stabilisce la composizione del personale sanitario che deve essere presente in aeroporto?
L’Enac attraverso delle direttive, traccia delle linee guida sulla sicurezza degli scali e in queste sono compresi anche i presidi sanitari di primo intervento, che obbligatoriamente devono essere attivi sulla superficie aeroportuale dello scalo. Il presidio medico sanitario deve essere attivo h 24 non solo per emergenze come quelle che hanno interessato lo scalo bolognese, ma anche in caso di atterraggio d’emergenza che può procurare feriti o di qualsiasi altro tipo di avaria del velivolo che possa generare problemi più o meno gravi ai passeggeri. La composizione è demandata ad ogni singola società di gestione degli scali aeroportuali che in base al volume dei voli e dei passeggeri stabilisce il numero dei medici o delle ambulanze necessarie. Ad esempio a Fiumicino ci sono dalle 5 alle 6 ambulanze e mediamente 4 medici, con diverse specializzazioni, sempre presenti.

Ci spieghi meglio i criteri adottati dalle società di gestione…
Ogni società di gestione deve presentare in piano di emergenza del proprio scalo, che deve contenere anche le informazioni relative ai presidi medici. Il numero delle ambulanze e la presenza dei medici viene concordata con le Asl locali prendendo in esame diversi criteri: dalla grandezza dell’aeroporto alla lontananza dall’ospedale, dal volume dei passeggeri alla disponibilità dei medici. In base a queste voci viene deciso se in quello scalo deve essere presente in una postazione fissa, anche il medico. Ci sono degli scali che per vicinanza con l’ospedale non hanno il personale medico presente h 24 ma solamente quello sanitario a bordo dell’ambulanza.

L’Enac controlla che siano effettivamente rispettati questi criteri?
Certo, avviene durante la fase d’esame del piano di emergenza. Ma poi effettuiamo altri tipologie di controlli, ovviamente, ma sempre sulla base di quanto è stato stabilito con la Asl locale. Questa parte, ripeto, viene concordata con ciascuna delle Aziende sanitarie presenti in loco. Noi possiamo solo verificare che sia rispettato quanto scritto sul Piano di emergenza e sui protocolli siglati tra Asl e azienda di gestione dello scalo.

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Nadia Francalacci