Piazza Loggia: la presidenza del Consiglio non sarà parte civile nel nuovo processo
Il 23 marzo scorso la mancata costituzione di parte civile aveva scatenato la dura reazione dei familiari delle 8 vittime
La presidenza del Consiglio non potrà costituirsi parte civile nell'eventualità di un nuovo processo per la strage di Piazza della Loggia a Brescia. È quanto ha comunicato il gup rigettando la richiesta del governo che aveva presentato l'istanza in ritardo rispetto al via dell'udienza.
Proprio il ritardo, che aveva inizialmente fatto pensare a una mancata costituzione di parte civile del governo, aveva scatenato polemiche lo scorso 23 marzo da parte delle famiglie delle 8 vittime e dei 102 feriti travolti dall’esplosione dell’ordigno collocato in un cestino della piazza bresciana il 28 maggio 1974.
La stessa presidenza del Consiglio, aveva emanato una nota "giustificativa" in cui spiegava come «Nel giudizio penale per la strage di Piazza della Loggia a carico di Roberto Zorzi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha autorizzato la costituzione di parte civile nell'interesse del Governo: l'udienza preliminare si era tenuta il 23 marzo 2023, ma di essa non era stato dato avviso alla Presidenza. Su indicazione di quest’ultima, una volta venuta a conoscenza del giudizio, l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Brescia ha presentato istanza di rimessione in termini, che il Tribunale di Brescia ha accolto, e questo ha permesso di integrare il contraddittorio con la costituzione di parte civile».
Oggi la decisione del gup, che ha accolto l'eccezione della difesa dell'imputato che si è opposta alla tardiva costituzione di palazzo Chigi. Per il giudice la presidenza del consiglio non poteva non sapere dell'inizio dell'udienza e quindi non può chiedere di farvi ingresso in ritardo.