Il programma politico del PD per le elezioni 2018
Matteo Renzi da Bologna presenta i suoi "100 piccoli passi per l'Italia": dal fisco al lavoro, dallo ius soli al debito, ecco cosa ha promesso
Creare un milione di posti di lavoro in cinque anni e portare la disoccupazione sotto il 9%. Misure da dieci miliardi per le famiglie, a partire dalla detrazione Irpef da 240 euro al mese per i figli.
Matteo Renzi ha presentato a Bologna (in ritardo) il programma politico del PD per le prossime elezioni politiche e ha posto l'accento sulla "credibilità".
Il suo target sono le famiglie, il ceto medio, che vuole raggiungere con il "porta a porta" fisico e su Facebook. Per risalire di almeno due punti dal 23% che i sondaggi attribuiscono al Pd.
Nel programma Renzi inserisce i "cento piccoli passi per l'Italia", con un titolo che riecheggia i "cento passi" di Peppino Impastato. Il programma, dunque.
Renzi presenta tre versioni, di cui una che mette a confronto 100 cose fatte con 100 da fare.
- Una misura per le famiglie fino a 100mila di reddito: 240 euro di detrazione Irpef mensile per i figli carico fino a 18 anni e 80 euro per i figli fino a 26 anni.
- Lo ius soli, è al punto 69.
- In cima ci sono le misure promesse sul lavoro (giù di quattro punti di cuneo, il fisco a punti, una buonuscita per i contratti a tempo non stabilizzati)
- 400 euro al mese per tre anni per asilo nido e baby sitter.
- Pensioni di garanzia per i giovani e un aiuto da 150 euro per gli affitti.
- Misure per la non autosufficienza.
- L'inasprimento di pene per la mancata vigilanza sulle banche e per i manager.
- La riduzione (non abolizione) del canone Rai.
- Il manifesto delle 3A, Agricoltura, Ambiente, Alimentazione.
- Il rispetto dei parametri di Maastricht: deficit fino al 3%, debito giù al 100% in dieci anni e crescita del Pil del 2% l'anno.
Il leader Dem porta sul palco l'avvocato milanese Lisa Noja, oltre a tre uomini chiave del suo governo come Tommaso Nannicini, Yoram Gutgeld e Sandro Gozi, per dimostrare che nelle liste ci sono "fedelissimi" non al segretario ma a "un'idea".
Non è il momento delle polemiche - afferma - ma di impegnarsi "casa per casa" per essere primo gruppo parlamentare (al tavolo, dunque, per la formazione del governo). E almeno su questo la minoranza e gli "scontenti" concordano: la resa dei conti è rinviata al 5 marzo.