Matteo Renzi durante la trasmissione di Raiuno 'Porta a Porta', Roma, 20 settembre 2018.
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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Crisi di Governo: prove di inciucio Pd-M5S-Forza Italia

E' durata 24 ore la frase "tutti al voto". Grillo, Renzi ed altri pronti al Governicchio pur di salvare la poltrona

Altro che elezioni anticipate. Come previsto sono già partite le grandi manovre di chi non ha nessuna voglia di tornare al voto. Fa specie notare che i soliti noti ci hanno però messo meno di 24 ore per gettare la maschera e mostrare le loro reali intenzioni; segno che la cosa viveva sotto traccia da tempo, come sospettavamo.

Il primo, dopo mesi di silenzio totale, è stato Renzi che, da non segretario della non sinistra, ha dato le indicazioni di voto ai suoi: "Siamo pronti ad un Governo del Presidente". Parola seguite subito dall'invitovia web di Grillo che rideva all'ipotesi di voto anticipato. Nei corridoi della politica sanno poi che una bella fetta di Forza Italia, pur non ammettendolo ubblicamente, farebbe di tutto per salvare e prolungare il più possibile la legislatura. Ma perché?

Cosa unisce grillini e sinistra e Berlusconi? Cosa unisce Renzi e Di Maio? Berlusconi e Di Battista? La Tav? Il Reddito di cittadinanza? La riforma della Giustizia? Un progetto economico e fiscale univoco? La gestione dei migranti?

No. Niente di tutto questo. Ma due cose molto ma molto importanti. La prima è il NON far vincere Salvini. Chissenefrega del paese, chissenefrega di dare quelle risposte che servono, di provare a rilanciare una nazione da decenni in evidente difficoltà. No. L'importante è far perdere l'avversario oggi super favorito. Il progetto politico? Poco importa. Basta un bel volto internazionale come Mario Draghi, due strette di mano rassicuranti a Bruxelles, l'approdo a Lampedus di qualche bella nave Ong, bella carica di migranti magari con a bordo pure Richerd Gere così c'è pure una bella storia da raccontare ed è fatta.

Il secondo motivo, sempre alla faccia del bene del paese, è il salvarsi la poltrona. Si perché chi sta cercando disperatamente l'inciucio guarda caso rischia di perdere un bel numero di deputati e senatori.

Le simulazioni, basate sugli ultimi sondaggi, parlano chiaro. Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, si ritroverebbe con 80-100 deputati (oggi ne ha 216) e 60-70 senatori, contro i 107 di oggi. Le poltrone perse sarebbero in tutto 170.

Diverso il discorso del Pd, che manterrebbe lo stesso numero di parlamentari ma, con Zingaretti Segratario non sarebbero più come adesso uomini di Renzi, che scelse nel 2018 le candidature. Insomma, molte, moltisime facce nuove.

Chi rischia il collasso è Forza Italia. Il partito, o quel che resta, di Berlusconi se dovesse correre da solo avrebbe 15 senatori e 30 deputati, contro i 62 e 104 di oggi. Significa 121 posti in meno. 

Inutile dire che ad Arcore si guarderanno bene prima di comunicare ufficialmente il via libera all'inciucio. Perché appoggiare un esecutivo voluto da Mattarella significherebbe perdere (se mai esista) ogni possibilità di coalizione al prossimo voto con Salvini.

L'inciucio quindi ha motivi molto poco nobili ma soprattutto un grosso rischio: è una carta meravigliosa nelle mani di Salvini da qui alle prossime elezioni da usare in campagna elettorale come una bomba atomica. Andrebbe a finire che la Lega non si limiterebbe a vincere, di più, molto di più. 

E questo Mattarella lo sa, lo sa bene


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Andrea Soglio