Quale futuro per George Pell, il cardinale accusato di pedofilia
Prefetto della segreteria economica, super ministro di Papa Francesco, finisce sotto processo. E c'è chi pensa che potrebbe essere sostituito
C'è un filo rosso che lega il cardinale George Pell e l'arcivescovo Paul Marcinkus, due alti prelati vaticani caduti entrambi nelle maglie della giustizia civile. Anche se le loro vicende sono separate da ben 30 anni di distanza.
Pell, super ministro dell'economia della S.Sede, nel giorno della festa solenne di S.Pietro del 29 giugno annuncia con toni piuttosto imbarazzati che il 18 luglio prossimo “autorizzato” dal Papa andrà in Australia per difendersi in tribunale dalle accuse di pedofilia, sulla base delle presunte rivelazioni di un fedele della sua ex parrocchia, e di presunto omesso controllo sui preti pedofili quando era arcivescovo della diocesi di Sidney.
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Monsignor Marcinkus, presidente dello Ior (Istituto per le Opere di religione), la banca vaticana, fu colpito da un mandato di cattura per bancarotta fraudolenta emesso dalla Procura di Milano nel 1987 perchè coinvolto nel crack del vecchio Banco Ambrosiano di Roberto Calvi.
Due scandali che hanno avuto due finali diversi. Marcinkus, malgrado fosse stato raggiunto da un mandato di cattura dei giudici milanesi, restò in Vaticano, dove, grazie al suo status di prelato della S. Sede, vi rimase per anni asserragliato, dormendo in uno stanzino del Governatorato, fino al 1997, quando al compimento dei 75 anni – l'età in cui i prelati devono rassegnare le dimissioni a norma di Diritto Canonico – si trasferì nella sua vecchia parrocchia di Sun City, in Arizona (Usa), risiedendovi da parroco pensionato fino al 20 febbraio 2006, il giorno della morte.
Pell, invece, annuncia, pur con tanta sofferenza (“La pedofilia è un crimine che mi ripugna”) e con tanto di pubblica assicurazione (“Sono innocente e lo dimostrerò”) che tra qualche settimana si presenterà davanti ai giudici australiani per difendersi dalle accuse. E' la prima volta che un cardinale in carica, e per di più col ruolo di primo consigliere del Papa in materia di riforme e di finanza, si affida al giudizio di un tribunale civile.
Pell assicura che per dimostrare la sua innocenza sfiderà i giudici australiani e una opinione pubblica scossa da una vicenda che sta minando la credibilità della Chiesa del suo paese, pur essendo cittadino vaticano e, quindi, formalmente immune da qualsiasi iniziativa giudiziaria fuori dalle mura vaticane, e pur ricoprendo la carica di Prefetto della segreteria economica, ruolo che fa di lui la più potente autorità finanziaria della Santa Sede inferiore solo al Pontefice.
Per potersi difendere dalle accuse, informa la Sala Stampa vaticana, il cardinale ha chiesto al papa “un congedo” fino alla fine del processo per tornare poi in Vaticano. Ma sarà proprio vero che poi tornerà nel suo ufficio in Curia? L'interrogativo circola Oltretevere con una certa insistenza, anche se negli ambienti della Penitenzeria Apostolica, il dicastero preposto al giudizio dei grandi peccati (i delicta graviora), assicurano che l'incarico di Prefetto della Segreteria economica non gli sarà tolto “almeno fino all'esito del processo”.
Anche se Pell ha ormai 77 anni, in età pensionabile da tempo, resterà ancora super ministro della Santa Sede, perchè “togliergli ora l'incarico sarebbe stato come condannarlo senza processo”.
È comunque significativo che il porporato vada al cospetto dei giudici del suo Paese, in applicazione delle nuove norme pontificie – si ricorda tra i prelati della Penitenzeria - varate per combattere il crimine della pedofilia nella Chiesa da Benedetto XVI e Giovanni Paolo II e che papa Francesco ha reso immediatamente attuative con un motu proprio ad hoc. Norme che, va ricordato, il 20 giugno scorso hanno costretto alle dimissioni il Revisore generale della Santa Sede, Libero Milone, il primo collaboratore di Pell in materia di controllo dei bilanci delle amministrazioni pontificie, sul quale il Governatorato ha aperto una indagine interna.
Difficile immaginare che un dicastero chiave come la Prefettura delle segreteria economica, decapitata dei suoi vertici nel giro di pochi giorni (benchè Pell sia formalmente in congedo), possa continuare a restare senza guida per tanti giorni. E papa Francesco “se ne rende conto”, filtra dall'entourage papale d'Oltretevere.