Rai, Gasparri contro Minoli: "Non era lui a implorare poltrone?"
Il senatore replica al giornalista che su Panorama accusa la Legge Gasparri dei mali del cda: "Abbiamo finto di sostenerlo per finirla con le sue richieste"
Il comunicato in cui Silvio Berlusconi proponeva Giovanni Minoli presidente della Rai, lanciato il 5 agosto dall’Ansa, era "un finto comunicato di sostegno". Una soluzione forzista per porre fine "alle sue estese e insistenti richieste di essere della partita delle nomine". Parole al veleno appena consegnate all’Ansa da Maurizio Gasparri che non ha digerito l’intervista sulla nuova Rai rilasciata sull'ultimo numero di Panorama in edicola da oggi da Minoli, nella quale l’inventore di Mixer sostiene che se lo avessero davvero candidato avrebbe rinunciato.
Ma soprattutto, Minoli critica il nuovo cda ("non vedo grandi competenze televisive") chiarendo che la colpa originaria viene da più lontano: "Ogni polemica però non può dimenticare che il tutto arriva dalla legge Gasparri", ha detto.
Il senatore padre della legge non si è fatto scappare la risposta. "Si rassegni, la mia legge è migliore di lui, e la tv non è morta benché priva della sua presenza". Secondo Gasparri, Minoli "finge distacco, dicendo che avrebbe rifiutato l’incarico, dopo essere stato ignorato da tutti".
Il veleno è però nella coda del comunicato: "A Minoli non piace la legge Gasparri? Ce ne faremo una ragione. Vada a denunciare alla polizia il fatto che uno con la sua voce che si presentava come Giovanni Minoli ha fatto molte telefonate implorando poltrone".