Renzi: dopo la Brexit pensiamo alla crescita
Il premier, che stasera parteciperà a un vertice con Francia e Germania, sollecita la Ue a prendere decisioni rapide
"L'Italia va a testa alta, con le sue idee, stasera a Berlino e domani al Consiglio europeo". Per dire con forza, come fa "da due anni", che servono "più crescita e investimenti, meno austerity e burocrazia". Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha parlato prima al Senato, poi alla Camera, nelle consuete comunicazioni in vista del Consiglio europeo. E colloca l'Italia alla testa del fronte di chi in Europa chiede di dare al più presto attuazione alla volontà del popolo inglese, senza rinviare i negoziati per l'uscita della Gran Bretagna. Ma soprattutto chiede all'Europa di trasformare il "macigno" che è piombato "sulla storia" del Vecchio Continente "nella più grande occasione".
Il futuro dell'Europa
E perciò "smuoversi" e smetterla di stare "sulla difensiva". Ma il referendum per l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue sposta il focus dal tema immigrazione, che avrebbe dovuto essere centrale, al tema più complessivo del futuro dell'Europa. E Renzi lo sottolinea: "Tutto possiamo fare tranne che fare finta di niente, perchè se il popolo vota e altrove si cerca di mettere la pezza su ciò che il popolo ha deciso, si mina il gioco democratico".
Non perdere tempo
Dunque, la richiesta dell'Italia è innanzitutto "non perdere un anno, a Bruxelles, a discutere delle procedure" per laBrexit. Ma sulla necessità di fare presto non tutti sono d'accordo e anche Angela Merkel sembra orientata a concedere più tempo a Londra per aprire i negoziati per l'uscita dall'Ue. Sarà dunque questo uno dei temi sul tavolo del vertice a tre tra Germania, Francia e Italia che si terrà questa sera a Berlino. Un "direttorio" che vede l'esordio del nostro Paese ma al quale Renzi fa intendere che si presenterà senza nessuna timidezza: "L'Italia - afferma - farà la sua parte in tutti i format necessari. Per costruire ponti e non muri. Abbiamo dato la nostra adesione a Berlino non per cercare chissà quale ruolo, ma perché siamo convinti che possa essere di aiuto anche ai nostri amici francesi e tedeschi", sottolinea.
Dall'austerity alla crescita
La Brexit rende più urgente imboccare il "bivio" e passare dall'austerity alla crescita: "Questa è la linea che portiamo avanti da due anni, prima in 'beata solitudo' poi con più consenso", rivendica Renzi. "Serve un'Europa sociale, della crescita, che considera un problema il deficit ma anche il surplus di alcuni Paesi", afferma. E il riferimento al surplus suona come una frecciata a Berlino. Nessun accenno ai mercati volatili (Milano apre in positivo, poi peggiora). Il discorso è centrato sulle politiche e sulla richiesta all'Europa di puntare sul "rilancio", dopo che proprio la Brexit ha reso "più forti che mai le ragioni per le quali abbiamo criticato dall'interno le istituzioni Ue".
Nelle Aule parlamentari arrivano gli attacchi degli avversari politici, dai Cinque stelle, a Forza Italia e Lega. "Non si possono gestire fenomeni così nuovi con formule che sono tanto vecchie quanto sbagliate", avverte l'ex ministro Giulio Tremonti. E Renzi replica con una battuta: "Quello che per venti anni ha partecipato ai Consigli europei facendo e disfacendo le regole europee evidentemente era suo fratello gemello...".
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