Valdimir Putin e Barack Obama
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Riarmo nucleare e scudi antimissile: la nuova guerra fredda

Vladimir Putin sfida gli Stati Uniti e lancia un grande piano atomico contro la politica Usa in Europa

È stata la più grande esercitazione militare dell'Alleanza atlantica dai tempi della guerra fredda. Nome in codice Trident Juncture: 36 mila uomini impiegati, 60 navi militari che hanno solcato le acque del Mediterraneo e dell'Oceano atlantico, 140 aerei provenienti da 30 Paesi facenti parte della Nato.

Una prova muscolare che cade, non casualmente, in un momento particolarmente delicato del confronto tra russi e americani, sulla sovranità territoriale ucraina, sulla guerra in Siria, sullo scudo anti-missilistico statunitense Aegis schierato in Romania, sul caso Snowden, sulla fornitura di missili terra aria di fabbricazione russa all'Iran, financo sullo scandalo doping che ha investito la Federazione Russa dietro il quale il Cremlino sospetta una macchinazione americana.

L'ESERCITAZIONE NATO: COME IN GUERRA

Come ai tempi della guerra. Vladimir Putin, novello Leonda Breznev, non è stato a guardare e, a quasi trent'anni dall'accordo sul disarmo atomico siglato nel 1987 tra Gorbaciov e Reagan, ha annunciato «come necessaria contromisura» all'aggressività statunitense un vasto piano di rafforzamento delle forze nucleari russe lungo il confine, dopo aver dislocato a Kaliningrad, tra Lituana e Polonia, numerosi missili balistici Iskander puntati su Varsavia.

Di più: allo scudo antimissile americano progettato in Romania, che il segretario di Stato statunitense ha giustificato in chiave anti-iraniana, la Russia ha nei giorni scorsi risposto con un lancio di prova del Rs 24, un missile balistico di ultima generazione che ha attraversato sei mila chilometri del territorio russo (dalla base di Pleszesk a Mosca fino al campo di Kura, nella Kamchatka) e che è stato appositamente studiato per superare lo scudo americano e colpire l'Europa. 

La nuova guerra fredda è, per certi versi, come la vecchia guerra fredda: una manifestazione di potenza, con tanto di corsa al riarmo nucleare, di sfida simbolica e tecnologica nel campo dei più sofisticati armamenti, di guerra guerreggiata, prim'ancora che sul terreno, sul campo strategico e verbale. Con lo czar del Cremlino che ha già dimostrato in passato una grande abilità nello sfruttare e incanalare il revanchismo russo in chiave antioccidentale. E con un'amministrazione americana di cui molti analisti sospettano una progressiva volontà di disimpegno politico nel vecchio continente. Non tanto militare, ma strategica.

L'Europa, la vecchia Europa cui faceva riferimento Donald Rumsfeld ai tempi della guerra in Iraq, sta in qualche modo nel mezzo. Con la Germania, l'Italia, la Spagna, la Francia e tutti i vecchi alleati di ferro degli americani ai tempi della prima guerra fredda che cercano di mediare, dipendenti come siamo dal gas russo, e i nuovi alleati che un tempo facevano parte del patto di Varsavia che  spalancano le porte all'Alleanza atlantica per timore dell'orso russo. La nuova guerra fredda è appena cominciata. Ma questa volta, basti pensare al doppiogiochismo turco, la Nato - esercitazioni a parte - è assai meno compatta di quanto si creda.




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Paolo Papi