Riforma delle banche popolari: ma il decreto che c'entra?
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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Riforma delle banche popolari: ma il decreto che c'entra?

Parla Francesco Boccia: mancano i requisiti di straordinarietà e urgenza di un provvedimento del genere. E Grasso non doveva firmare

Il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), entra a gamba tesa sulla scelta del governo di usare lo strumento del decreto legge per la riforma della governance delle Banche Popolari, per il quale auspica un restringimento dell’applicabilità alle sole società quotate in Borsa e bacchetta il presidente della Repubblica supplente, Pietro Grasso, che ha firmato il decreto.

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Presidente, cosa pensa del decreto legge sulla riforma della delle Banche Popolari?
Non mi convince l’idea di usare un decreto legge, che per sua natura prevede requisiti di straordinaria necessità e urgenza, che in questo caso non ci sono. Abbiamo un sistema di banche Popolari che funziona, è radicato sul territorio ed è commisurato alle dimensione delle Piccole e medie imprese, insomma è ritagliato a misura per il capitalismo italiano. Se si vuole ripensare tutto, questo bisogna farlo con un disegno di legge chiamando a confrontarsi tutti gli attori coinvolti nella partita.

La riforma delle Popolari porterà più soldi al sistema delle Pmi?
Una volta che questi istituti saranno acquistati da banche più grandi, che faranno fuori gli attuali amministratori, dubito aumenterà la possibilità di fare credito grazie ai risparmi derivanti dagli stipendi dei top manager che non ci saranno più. Per ora stiamo solo tagliando le poltrone dei banchieri che siedono alla guida delle dieci banche Popolari a cui si applica questo decreto e che adesso sono diventate contendibili. Per come è strutturata la norma non c’è nessuna garanzia che sarà erogato più credito.

Quali sono i correttivi da apportare a questo decreto in sede di conversione?
Si potrebbe rendere applicabile la riforma solo alle sette Popolari quotate in Borsa lasciando fuori dal campo di applicazione le altre tre (Vicenza, Verona e Bari) e certamente il Parlamento sarà chiamato a verificare il perimetro di applicazione della norma in tal senso.

Non teme che se cambierete il decreto ci possa essere un impatto sui mercati?
Trovo sorprendente quello che è successo ai titoli delle Popolari nei giorni precedenti al varo del provvedimento e auspico che la Consob faccia chiarezza.

Cosa pensa del fatto che a firmare il decreto sia un presidente delle Repubblica supplente?
Capisco il momento di oggettiva difficoltà, ma mi dispiace che Grasso abbia firmato, visto che non vedo nessuna urgenza che giustifichi l’adozione di un decreto.

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Caris Vanghetti