Riforma della scuola: i problemi da risolvere
Gli studenti tornano in piazza contro la "Buona Scuola" di Matteo Renzi: dai programmi, ai contratti, ai diritti, ecco i temi del dibattito
Sarà un venerdì caldo. A scendere in piazza sono studenti, precari della scuola, i movimenti per la casa e l'Unione degli inquilini. Come ogni autunno tornano in strada gli studenti delle scuole superiori, stavolta pronti a manifestare contro il Piano Renzi della "Buona Scuola" tante pagine cariche di buone intenzioni che però non piacciono a studenti e sindacati. E sul tema è intevenuta anche Confindustria che ieri ha presentato le sue cento proposte. Ma ecco una sintesi delle posizioni di governo, Confindustria e degli studenti sui punti da sciogliere (presto) per riformare il sistema scolastico.
Gli insegnanti
Il Piano della "buona scuola" è diviso in 12 punti. Il primo giudica non sufficiente il numero dei docenti assunti "dal momento che a settembre di ogni anno, con la riapertura delle scuole, ci ritroviamo con qualche decina di migliaia di insegnanti che mancano all’appello. E quindi con cattedre che vengono assegnate, per tutto l’anno scolastico, a dei supplenti. Anno dopo anno. Attraverso una finzione che continua da anni, dal momento che queste supplenze servono a rimpiazzare parte del contingente complessivo di docenti di cui lo Stato ammette di aver bisogno stabilmente". L'obiettivo è quello di assumere nel 2015, 150 mila nuovi docenti ma lamenta la Flc Cgil non c'è menzione dell'altro personale impiegato nella scuola come gli Ata. Confindustria, invece, sposa la linea del governo e propone di riformare i meccanismi per l'immissione in ruolo degli insegnanti; abolire le graduatorie per anzianità; assumere per concorso e per chiamata diretta premiando il merito e rimodulando la retribuzione docente in base a: orario servizio, funzioni, conseguimento obiettivi specifici.
Mai più supplenti
"Mai più ‘liste d’attesa’ che durano decenni" così Renzi dichiara di volere abolire il sistema delle supplenze, assumendo 40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzione. I Cobas domani saranno in piazza per evitare la beffa ai tanti supplenti che rischiano di perdere il posto guadagnato in graduatoria nel caso passasse la logica del concorso senza adeguate garanzie per chi lavora nella scuola da anni.
Più Economia, Lingue straniere, Cultura e Sport nel piani di studio
Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più storia dell’Arte nelle secondarie, per scommettere sui quelli che il governo considera i "punti di forza dell’Italia". Inoltre è previsto un maggiore impegno per l'insegnamento delle lingue straniere a partire dai sei anni. Mentre Confidustria chiede che almeno il 25 per cento dei corsi universitari sia in lingua inglese e che si prevedano dei meccanismi per tenere in Italia gli studenti stranieri che si laureano qui.
Contro la dispersione scolastica gli industriali propongono di passare da un sistema formativo che passi dal semplice trasferimento di nozioni ad un approccio centrato sullo sviluppo personalizzato delle competenze del singolo studente, con l’aiuto di una didattica collaborativa e laboratoriale. Chiede che il 25 percento dei corsi universitari sia in lingua inglese
Scuola e Lavoro per gli Istituti Professionali
Il Piano prevede l'alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale. Questo è un punto caro agli industriali che lamentano la scarsa spendibilità degli studenti italiani nel mondo del lavoro e chiedono di investire maggiore risorse negli istituti tecnici.
Diritto allo studio
Gli studenti lamentano che nelle 136 pagine della Buona Scuola manca un capitolo dedicato alle risorse per assicurare il diritto allo studio. “Vogliamo una scuola veramente inclusiva, che educhi al pensiero critico – dichiara Alberto Irone, portavoce della Rete degli studenti medi – e al piacere del conoscere ed accettare il diverso. Vogliamo un diritto allo studio garantito, vogliamo che veramente per tutti sia garantita la scuola dell'obbligo e la possibilità di accedere ai più alti gradi dell'istruzione. Inoltre – conclude – vogliamo delle città a misura di noi studenti, che ci vedano come motori di cultura e di vita per le comunità cittadine, abbiamo bisogno di spazi da poter gestire dove esprimerci e creare cultura. Vogliamo un paese che metta al centro la forza propulsiva dei giovani studenti, perché la Grande Bellezza siamo noi e vogliamo dimostrarlo, cominciando il 10 ottobre nelle piazze italiane"