La ritirata delle banche colpisce gli anziani
La chiusura di migliaia di sportelli soprattutto in provincia e l’uso estremo del digitale pesa sui più fragili, privi di competenze. Perché tagliare i costi ormai viene prima delle persone
Una signora, Vincenza Di Gennaro, ha scritto una letterina al Corriere della Sera dove dice così: «Quello che non capisco è la pretesa delle banche che tutti i clienti si rendano autonomi nella gestione online dei propri conti senza diminuire le spese bancarie.
Io sono anziana e non mi abituerò mai al conto online». Questa signora ha ragione da vendere perché la follia d’imporre a tutti la transizione digitale in tempi brevi, anche a chi non potrà mai adattarsi a essa se non rivolgendosi a qualche buon’anima che l’aiuti nel compiere le operazioni online, non riguarda solo le banche ma anche la Pubblica amministrazione. Che, tra Spid e Spod, ha reso, per molti, impossibile un accesso semplice - come dovrebbe assolutamente essere per come è concepito il rapporto fra la pubblica amministrazione il cittadino nella nostra Costituzione - che, invece, viene trasformato in una specie di labirinto, di periplo che richiede, per un accesso comodo e veloce, competenze che spesso il cittadino non possiede. Ma chi se ne frega! Il mondo deve andare avanti, la tecnologia è il futuro e chi rimane indietro sono cacchi suoi. Vi pare questo un modo di ragionare che parta dalla realtà o, piuttosto, un modo di ragionare ideologico che disegna una società che non esiste e nella quale, ormai, in Italia, tutti sono alfabetizzati da un punto di vista digitale e, quindi, possa essere tolta di mezzo l’intermediazione umana in tutti i rapporti tra cittadino e istituzioni, banche comprese, lasciando ai vari computer il ruolo dell’intermediazione che prima era fatta dalle persone?
Gli sportelli bancari in Italia sono sempre meno, come ci dice una ricerca dell’Osservatorio di First Cisl dedicata al fenomeno della desertificazione bancaria e basato sull’elaborazione di numeri messi a disposizione da Istat e Banca d’Italia, «sono sempre meno gli sportelli in Italia; nel 2024 hanno chiuso finora 163 punti... per un totale di 3.296 Comuni, cioè circa la metà a oggi senza filiali. Prelevare contanti in Italia diventa sempre più un’impresa. La desertificazione bancaria continua ad avanzare in lungo e in largo nella Penisola con una media di meno 600 sportelli bancomat all’anno… una tendenza sempre più in crescita in particolare negli ultimi dieci anni e che riguarda ormai quattro Comuni italiani su 10, pari a una superficie di Lombardia, Veneto e Piemonte messi insieme». Sono dati che fotografano una situazione sostanzialmente irreversibile e che non tiene conto del fatto che «in un Paese con oltre 13 milioni di abitanti con più di 65 anni, il risultato è di rischiare di lasciare troppi cittadini, che non hanno dimestichezza con gli strumenti digitali e che spesso non possono spostarsi in auto, completamente sprovvisti di un servizio fondamentale per la quotidianità».
Tra l’altro, il fenomeno riguarda più le piccole città che non le grandi come Milano, Roma e Napoli, cioè riguarda quella fetta di territorio che ha anche meno servizi di trasporti e che non permette, evidentemente, ai più anziani di girovagare in cerca di uno sportello bancomat. Per carità, forse è legittimo che le banche badino all’efficienza e màcinino utili sempre crescenti riducendo il costo del personale. Sono imprese private per cui agiscono nella legittima ricerca del profitto, ma ci sarebbe un articoletto della Costituzione, il numero 47, che, al primo comma, recita così: «La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina coordina e controlla l’esercizio del credito».
Questo certo non vuol dire che il parlamento possa imporre alle banche un numero di sportelli, di bancomat e di servizi che facilitino la vita di quei vari milioni di italiani, non solo anziani, ai quali nessuno si è premurato di insegnare come usare i computer e come entrare nel mondo digitale. Quello che è certo è che questo modo di fare non incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme perché le difficoltà estreme incontrate da chi non ha pratica digitale nel mettersi in comunicazione con l’istituto certamente non incoraggia e tutela il risparmio. Siamo alle solite. Grandi obiettivi ideologici, come la transizione digitale, anche nel sistema bancario, enormi difficoltà delle persone cui non è dato né il modo né il tempo di adattarsi a questo cambiamento. Strana via di procedere, fa specie quando si sentono affermare concetti tipo la centralità della persona nel credito e altre fandonie del genere. Comunque, questi sono i numeri , affidiamo le conclusioni alle lettrici e ai lettori.