Casal Palocco, la banalità del nulla
La morte del piccolo Matteo per una sfida social, la drammatica assenza di una qualsiasi spiegazione per il dolore e una generazione che si è smarrita tra noia e il senso di vuoto - MORTE DI MATTEO, SERVONO PENE DURISSIME PER GLI YOUTUBER
Al Buddha si attribuisce il presente aforisma: «Se apriamo le mani, possiamo ricevere ogni cosa. Se siamo vuoti, possiamo contenere l’universo», ma non sono d’accordo. Se siamo vuoti non possiamo contenere alcunché di buono, solo un disorientante nichilismo che è ciò che incarnano quei quattro youtuber che, per cimentarsi in una sfida (challenge, in gergo) idiota, inutile e pericolosa, hanno schiantato e ucciso un bambino di cinque anni a Roma, mettendo in serio pericolo di vita madre e sorellina e, soprattutto, distruggendo una famiglia. Il tutto senza un perché.
Drammaticamente senza un motivo plausibile che almeno possa fornirci un elemento cui aggrapparci.
La mente umana cerca sempre una logica, nel bene o persino nel male, una spiegazione a qualsiasi gesto. Tant’è che esiste una branca del diritto e della psicologia, la criminologia, che studia gli autori di crimini ferali, ricostruisce le psicopatologie di cui sono affetti, i tratti ossessivi-compulsivi, le ‘tare’ che si portano appresso e scatenano la loro furia.
Ma qui cosa c’è da studiare? Cosa c’è da capire, approfondire?
Basta guardare – sgomenti – i video registrati prima della tragedia, scrutare le facce dei protagonisti, ascoltarne le frasi senza senso, prive di ironia, costrutto, contenuti. Il vuoto nel volto di quel ragazzo di vent’anni positivo alla cannabis che, con gli amici, affitta un bolide da 650 cavalli, troppo potente per i suoi vent’anni, troppo impegnativo per sinapsi che sanno solo sintonizzarsi sul numero di followers e si nutrono solo della dopamina che scatena un ‘like’ in più o in meno.
50 ore dentro una Lamborghini, per dimostrare il nulla.
Rinunciamoci.
Se persino in matematica lo ‘zero’ ha un senso, in questo caso è un’opera improba che ci affanna inutilmente riempiendoci di interrogativi senza una risposta.
La noia e il progresso, anzi, la noia generata dal progresso ha creato questi vuoti pneumatici in canottiera e cappellino da baseball, supportati da genitori altrettanto vuoti e colpevoli che, di fronte alla morte di un bambino, si sono precipitati a rassicurare i loro pargoli sul fatto che – in fondo – si trattasse solo di una “bravata”, che si sarebbe risolto tutto.
Non hanno torto: l’omicidio stradale non è una carezza ma nemmeno un pugno, prevedendo da 2 a 7 anni di reclusione che, verosimilmente, pagherà solo il conducente, salve ipotesi di concorso degli altri compartecipanti che presto gli avvocati smonteranno.
Poi metteteci l’assenza di precedenti, le attenuanti del caso, gli sconti di rito, facile che le porte del carcere nemmeno si apriranno per alcuno di loro. Questo è disarmante, ma ci dobbiamo abituare.
Perché i social e i gestori delle piattaforme alzano le spalle e si schermano dietro la libertà d’espressione: tanto attenti e spietati a oscurare i contenuti politici avversi e ‘bannare’ Trump, quanto inerti verso la stupidità.
In fondo a dominare sono i logaritmi, i click, le view, finché c’è qualcuno che ti segue e si iscrive a un canale, chissenefrega del contenuto.
Tutto fa brodo.
Siamo passati dal sacro timore di Dio alla paura dell’insuccesso sui social, al calo dei follower, all’inferno di essere sopravanzati da altri ‘eroi’ che ti scalzino dal trono delle visualizzazioni.
La mente evacua, il cuore si inaridisce, e non rimane più nulla, nemmeno quel gigantesco ‘perché?’ che oggi riusciamo a pronunciare ma che domani verrà risucchiato nel buco nero di una morale ormai talmente degradata che ci ha tolto persino la forza per indignarci.
Una ‘bravata’, ma sì, cosa volete che sia….
Alla prossima challenge.
- Incidente Kiyine: decolla a 200 km/h sulla rotatoria e sfonda una palestra. Sopravvive I video ›
- Incidente Casal Palocco, il suv degli youtuber viaggiava a oltre 124 km/H - Panorama ›
- Incidente Casal Palocco, Matteo Di Pietro: «Vorrei tornare indietro» - Panorama ›
- Incidente Roma: ecco l'auto contromano sulla Cassia | video - Panorama ›