Caso Ronaldo: le carte della difesa contro l'accusa di stupro
I legali del portoghese all'attacco contro giornali e Kathryn Mayorga. Documenti falsi, manipolati, il giallo dell'accordo e il rapporto consensuale
Un pool di avvocati che si è aggiunto ai legali che già normalmente seguono gli affari di Cristiano Ronaldo. Penalisti esperti in vicende di presunte violenze sessuali e capaci di interpretare al meglio la legislazione del Nevada in materia di accuse di stupro. Il team che affianca il portoghese nella partita più difficile della sua vita è composto da professionisti di altissimo livello e comprende anche una strategia mediatica che si compone di più parti e che coinvolge, in prima linea, anche i parenti di Cristiano con le loro attività social; dalla madre alla sorella, tutti schierati per sostenerne l'innocenza.
Dopo una prima fase in cui il fuoco è stato rivolto contro le rivelazione del settimanale tedesco Del Spiegel, bollate come illecite perchè frutto del furto di documenti confidenziali messi in circolazione dalla piattaforma Football Leaks, di fronte al moltiplicarsi delle voci e delle accuse l'avvocato che cura direttamente la difesa di Ronaldo nel caso-Mayorga ha deciso di uscire allo scoperto dettando lo scorso 10 ottobre in un comunicato ufficiale (pubblicato sul sito di Gestifute, ovvero l'agenzia che si occupa degli affari del portoghese) la sua linea difensiva. Eccone i punti chiave:
Uno stralcio dell'accordo del 2010 pubblicato da Der Spiegel - 8 ottobre 2018tratto da Twitter
Documenti falsi o manipolati
L'avvocato Peter S. Christiansen, scelto alla fine dal portoghese per seguirlo nella vicenda, è andato all'attacco di Der Spiegel e della documentazione pubblicata dal settimanale tedesco con la ricostruzione della trattativa per arrivare all'accordo del 2010 con il vincolo al silenzio da parte della (presunta) vittima a fronte di un pagamento di 375.000 dollari.
Der Spiegel ha pubblicato una serie di mail tra Ronaldo e i legali dell'epoca compresa una ricostruzione dei fatti nel quale CR7 avrebbe messo nero su bianco che la ragazza non era del tutto consenziente nel momento del rapporto (aveva detto più volte "no") e che lui era stato "brusco" e alla fine si era scusato. Una versione poi rimangiata in un'altra comunicazione sempre hackerata da Football Leaks e messa a disposizione online.
"I documenti che contengono supposte dichiarazioni di Ronaldo e sono stati riprodotti dai media sono pure invenzioni" scrive l'avvocato Christiansen nel suo comunicato nel quale accusa anche Der Spiegel di aver pubblicato documenti di cui "parti significative sono state alterate e/o completamente manipolate". Dunque, secondo la difesa di Ronaldo, non esiste agli atti una sorta di confessione del portoghese e, in ogni caso, quel materiale rubato da un hacker non è utilizzabile in sede processuale.
Der Spiegel ha risposto negando l'esistenza di documenti contraffatti e confermando di aver verificato, anche dal punto di vista legale, ogni informazione pubblicata. Ha annunciato di avere altre "centinaia" di documenti tutti originali.
L'accordo non è un'ammissione di colpa
L'accordo firmato nel gennaio 2010 - e che viene confermato nella sua autenticità ed esistenza - non rappresenta un'ammissione di responsabilità da parte di Ronaldo ma unicamente un modo per uscire in fretta da una vicenda spiacevole. Il secondo punto della strategia difensiva è soprattutto diretto all'opinione pubblica che fatica a comprendere perché una persona che si definisce innocente e serena abbia accettato di sottostare a un accordo extra giudizionale per chiudere la questione.
"Ciò che è accaduto è semplicemente che Cristiano Ronaldo si è limitato a seguire il consiglio dei suoi consulenti per mettere fine ad accuse ingiuriose" rivolte a lui da Kathryn Mayorga "al fine di evitare tentativi, come quelli cui si assiste adesso, di distruggere la sua reputazione costruita grazie a un lavoro intenso, a una grande capacità atletica e a un comportamento eticamente irreprensibile".
Una pratica, ricorda l'avvocato Christiansen, molto diffusa negli Stati Uniti dove gli accordi extra giudiziali sono consentiti dalla legge e in passato sono stati spesso consigliati dagli avvocati di personaggi in vista per evitare ogni riflesso negativo sulla reputazione.
Il quotidiano portoghese Correjo Manha ha scritto che a obbligare Ronaldo all'accordo fu il Real Madrid che in quei mesi aveva investito 94 milioni di euro per acquistarlo dal Manchester United. Una versione non smentita nè confermata dall'entourage del giocatore o dal club spagnolo.
Il Real Madrid ha smentito questa ricostruzione con un comunicato ufficiale l'11 ottobre, preannunciando azioni legali nei confronti del quotidiano autore del presunto scoop.
Uno dei messaggi di solidarietà della madre di Cristiano Ronaldo su Instagram - 11 ottobre 2018ANSA/ INSTAGRAM MARIA DOLORES AVEIRO
"Il rapporto fu consensuale"
Nel merito dell'accusa di stupro, invece, Ronaldo tiene ferma la sua posizione negando "con vemenza" tutte le accuse che gli vengono rivolte dopo nove anni e, precisa il comunicato, "con coerenza rispetto a quanto fatto in tutto questo periodo".
La tesi del portoghese e dei suoi legali è espressa in due righe del comunicato ed è chiara: "Una volta ancora, perchè non ci sia alcun dubbio, la posizione di Cristiano Ronaldo è sempre stata e continua ad essere che quanto accadde nel 2009 a Las Vegas fu completamente consensuale".
Nessuna violenza, solo calunnie e il tentativo di estorcere altro denaro dopo i 375.000 dollari dell'accordo raggiunto nei mesi successivi. Gli avvocati di CR7 sono al lavoro per trovare riscontri alla propria linea difensiva e falle in quella accusatoria. Una partita che si annuncia lunga dove, per una volta, uno dei più grandi attaccanti di sempre dovrà limitarsi a giocare in difesa e contropiede.
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