papilloma virus
Salute

4 marzo, Giornata Mondiale dedicata al Papilloma Virus

Una patologia spesso sottovalutata, soprattutto dalle ragazze. Ma che non dobbiamo sottovalutare. Ecco tutto quello che dovremo sapere

Uno dei motivi che rende il papillomavirus temibile è proprio la sua diffusione. Secondo infatti alcune stime che arrivano direttamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, fino all’80% delle persone sessualmente attive viene a contatto con l’HPV nel corso della propria vita e che oltre il 50% si infetti con un ceppo ad alto rischio oncologico.

In occasione della Giornata Internazionale contro l’HPV (che si tiene ogni anno il 4 marzo), la piattaforma digitale per la gestione della salute Doctolib.it fa il punto sulla patologia con l’aiuto della dottoressa Elisabetta Colonese, Medico Chirurgo specializzato in Ginecologia ed Ostetricia.

dottoressa Elisabetta Colonese, Medico Chirurgo specializzato in Ginecologia ed Ostetricia.

A tu per tu con la dottoressa, si è provato a tracciare un quadro più definito della patologia e delle
campagne di screening previste. E nello stesso tempo si è cercato di rispondere alle domande più
frequenti relative al Papilloma Virus.

Fare infatti chiarezza su modalità di trasmissione, campagne vaccinali, soggetti coinvolti e attività
di prevenzione è un passo fondamentale per cercare di affrontare meglio una patologia che è bene
non sottovalutare: la conoscenza - e una salda consapevolezza delle offerte di screening - sono esse
stesse parte di una forma di prevenzione più attiva e consapevole.

Spesso si associa l’infezione da HPV all’universo femminile. Ma è davvero così?

«Questo potrebbe assolutamente essere definito una sorta di falso mito. Per quanto le donne siano
maggiormente esposte agli effetti più gravi del papillomavirus, l’infezione da HPV non è un
problema solo femminile e non è una patologia di genere, coinvolge diversi organi e apparati anche
a livello della cavità orale. I tipi oncogeni di HPV sono responsabili della totalità dei tumori della cervice uterina, del 70% dei tumori della vagina e del 40% dei tumori della vulva. Ma il papillomavirus è alla base di altri tumori che possono colpire i maschi (l’HPV è responsabile del 50% dei tumori del pene) o entrambi i sessi: circa il 90% dei tumori dell’ano, e 26% dei tumori dell’orofaringe (inclusi i tumori delle tonsille e della base della lingua)».

Vaccinazione contro l’HPV a partire dai 12 anni: perché a partire proprio da questa età?

«Si tratta di una scelta non casuale, dal momento che la vaccinazione contro il Papillomavirus è
efficace soprattutto se effettuata prima dell’inizio dell’attività sessuale, perché induce una migliore
risposta immunitaria prima di un eventuale contagio con il virus».

Se sono vaccinato è necessario continuare a sottoporsi a pap test?

«Tenere la guardia sempre alta e non sottovalutare il rischio fanno parte di una serie di comportamenti virtuosi e da incentivare costantemente. I controlli per la prevenzione del tumore del collo dell’utero sono raccomandati anche alle donne vaccinate contro l’HPV, perché la vaccinazione riduce fortemente il rischio di malattia ma non le protegge al 100%. Pertanto, il pap test e l’HPV test restano uno strumento fondamentale in ottica di prevenzione secondaria».

La vaccinazione è a pagamento?

«In Italia, la vaccinazione contro il Papilloma virus (HPV) è offerta gratuitamente alle ragazze e ai ragazzi nel dodicesimo anno di vita e ha raggiunto ottimi livelli di adesione: circa il 70%. In ogni Regione è possibile vaccinarsi seguendo le modalità di adesione e prenotazione previste, tutte le Asl territoriali seguono le linee guida definite dal Ministero della Salute che prevedono la
somministrazione gratuita a ragazzi e ragazze a partire dagli 11 anni di età. Aggiungo anche che per sfruttare la massima efficacia profilattica del vaccino è importante completare le dosi nell’arco consigliato e comunque eseguire sempre il Pap test anche dopo
vaccino»

In definitiva, quindi, è possibile prevenire l’HPV e in che modo?

«Il modello di prevenzione più efficace che possiamo seguire è quello che unisce il vaccino allo
screening. Se si segue davvero questo programma si riduce di molto il rischio di tumore perché tutto
si tiene sotto controllo. Il vaccino si può fare anche se si è positivi al virus e attualmente ‘copre’ 9 dei
circa 150 tipi di papilloma virus. Il messaggio è rivolto anche agli uomini perché il virus è di coppia e,
di conseguenza, anche la prevenzione deve essere di coppia».

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Redazione