Un uomo ha vissuto 100 giorni con un cuore in titanio: primo caso al mondo
Un uomo ha vissuto 100 giorni con un cuore artificiale in titanio in attesa di un donatore. L'esperimento pionieristico è avvenuto in Australia. E i risultati sono stati sorprendenti
Per John all’inizio era solo un leggero affaticamento. Ma del resto, con l’avanzare dell’età può capitare. Viene meno il vigore della giovinezza. Poi, però, iniziò il gonfiore all’addome e la stanchezza in breve tempo si trasformò in dispnea. Fino al giorno della diagnosi. John soffriva di insufficienza cardiaca. La sua situazione con il tempo non faceva che peggiorare. Era necessario il trapianto di cuore. Il nome usato per questo racconto è di fantasia, è vero, ma quello che è accaduto in Australia può diventare ben presto una realtà per la medicina contemporanea.
Un uomo ha vissuto per cento giorni con un cuore artificiale in titanio in attesa di un donatore. Un lasso di tempo lunghissimo, in cui a prevalere era lo scetticismo. L’intervento pionieristico è avvenuto al St. Vincent’s Hospital di Sydney. Mentre il dispositivo è stato ideato dall’azienda statunitense-australiana BiVACOR. Il fondatore, Daniel Timms, non riesce a contenere l’entusiasmo: “È esaltante vedere decenni di lavoro dare i loro frutti”, ha affermato sorridendo. Dicendosi convinto che il coraggio del paziente “aprirà la strada a innumerevoli altri interventi”. La notizia è stata ripresa anche dalla prestigiosa rivista scientifica Nature. Tuttavia, il dispositivo dovrà affrontare una fase di sperimentazione ulteriore. E ancora non è disponibile per l’uso generale. Ma quello che è accaduto in Australia traccia una rotta che fa ben sperare per l’avvenire.
Un’invenzione di cui potrebbero beneficiare milioni di persone. Basti pensare che le malattie cardiovascolari sono ancora oggi la prima causa di morte a livello mondiale. Come riporta l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, in Italia l’insufficienza cardiaca rappresenta il nemico principale degli over 65, tanto da essere considerato un problema di salute pubblica. Ma c’è un ulteriore aspetto da non sottovalutare. Ovvero, coloro che hanno necessità di ricorrere al trapianto. Non sempre è facile trovare dei donatori. Per questo motivo gli esperti continuano a insistere sulla necessità della prevenzione, corollario di una vita sana. Mentre con il passare degli anni la tecnologia arriverà in nostro soccorso.
Come dimostrato da questo gioiellino di titanio proveniente dall’Australia. Che riesce a pompare il sangue al corpo e ai polmoni, sostituendo entrambi i ventricoli di un cuore malato. Insomma, uno scenario “completamente nuovo”, come ha affermato Chris Hayward, professore all’istituto Victor Chang, specializzato nella ricerca sulle patologie cardiovascolari. Che ci lascia con una speranza: “Entro il prossimo decennio vedremo il cuore artificiale diventare l’alternativa per i pazienti che non possono aspettare un donatore”.