Domande e risposte sulla variante inglese del Covid
Maggiore capacità di contagio ma identiche conseguenze mediche rispetto al virus iniziale. Ed i vaccini sembrano essere altrettanto efficaci
C'è grossa preoccupazione in Europa per la cosiddetta «vairante inglese» del Covid. Una mutazione, modifica del virus che sembra essere molto più contagiosa al punto che l'Italia, come altri paesi del continente, hanno bloccato i voli da e per Londra. Non solo. C'è soprattutto grossa preoccupazione per quanto riguarda la sua pericolosità, i suoi effetti sull'organismo la sua eventuale resistenza ai vaccini che stiamo utlilizzando e studiando.
Queste le domande e le risposte a tutti i dubbi su questo virus Covid modificato arrivato da Londra
In cosa consiste la variante inglese?
La variante britannica (definita VUI-202012/01) il cui epicentro sembra essere la contea del Kent, mostra circa una ventina di mutazioni, e alcune di queste riguardano il modo in cui il coronavirus si aggancia alle cellule umane e le infetta. Queste mutazioni gli consentono di replicarsi e di trasmettersi in modo più efficiente, quasi 70 volte più velocemente rispetto al ceppo standard. In Gran Bretagna, per esempio, c'è stata un'accelerazione improvvisa dei contagi dovuta proprio a questa variante che potrebbe essersi selezionata in alcuni pazienti con una lunga malattia, che hanno fatto da «laboratorio» vivente» permettendo al virus di modificarsi a proprio vantaggio e di sfuggire alle terapie.
È inevitabile che i virus mutino?
Sì, è un processo spontaneo: man mano che un virus replica avvengono «errori» di copiatura che vengono corretti da un sistema interno, per così dire, di «correzione di bozze». Ma non tutti gli errori vengono corretti, e alcuni di essi portano a mutazioni del genoma del virus. E se la mutazione risulta favorevole, viene selezionata e ha la meglio sulle altre. Così è successo in questo caso. E più un virus è libero di circolare, più aumenta la possibilità che possa mutare.
Questa mutazione lo rende anche più aggressivo?
Non nel senso di più letale o più patogeno per gli esseri umani. Non causa una malattia più grave, insomma. Però è estremamente contagioso e permette al virus di correre più rapidamente.
La mutazione potrebbe vanificare l'efficacia dei vaccini?
Per il momento, secondo tutti gli scienziati, appare improbabile. I vaccini messi a punto su diverse piattaforme tecnologiche (Rna, adenovirus...) determinano nell'organismo una riposta immunitaria diretta contro vari «pezzetti» della proteina spike quella che, per il Covid-19, rappresenta la chiave per entrare nella cellule umane; anche in presenza di mutazioni in uno o due «pezzetti», è improbabile che i vaccini risultino di colpo inefficaci. Affinché questo succeda occorrerebbe un processo di mutazione lungo diversi anni, con l'accumulazione di varianti vitali multiple.
E l'unica mutazione che il coronavirus ha fatto finora?
No, sin dalle prime fasi della pandemia (più o meno da febbraio) ha prevalso una variante che era presente sin dall'inizio nel genoma virale, e che lo ha reso da subito più facilmente trasmissibile: è stata chiamata D614G, e ha preso il sopravvento in tutto il pianeta. E un'altra mutazione (chiamata delezione, ossia un tratto di proteina si rompe, perdendo materiale genetico in maniera irreversibile) è stata osservata anche nei visoni da allevamento in Danimarca, dove 17 milioni di questi animali sono stati soppressi.
Cosa si può fare a questo punto?
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo della malattie (Ecdc) ha esortato le autorità sanitarie dei vari paesi e i laboratori europei a sequenziare i campioni del virus per verificare il potenziale diffusivo della variante inglese: test ed eventuale isolamento delle persone che sono venute a contatto con il nuovo ceppo virale, o provengono dalle zone colpite (per esempio, Londra e il sud est della Gran Bretagna, da dove l'allarme è partito).
In quali Paesi sta circolando la nuova variante di Covid-19?
La variante è sbarcata anche in Italia, dove sono stati sospesi tutti i voli per l'Inghilterra. Il primo caso è una donna i cui test hanno mostrato nel genoma del Sars-Cov-2 la presenza del nuovo ceppo; la paziente è in isolamento a Roma con il suo compagno, anch'esso positivo. La donna ha una forte carica virale, anche se nessuno dei due ha sintomi della malattia. La variante VUI-202012/01 sta circolando pure in Danimarca, Olanda e Australia. E l'Unione Europea potrebbe decidere a breve una chiusura dei collegamenti aerei con la Gran Bretagna allargata a tutti e 27 gli Stati membri.
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