Cura del cancro: la radioterapia stereotassica prolunga durata e qualità della vita nei pazienti
Nata per colpire con precisione le metastasi cerebrali, la radioterapia stereotassica era, fino a pochi anni fa, un trattamento di nicchia, che poteva essere indirizzata solo su bersagli piccoli in organi poco mobili, come il cervello, dove concentrava la dose di radiazioni in poche frazioni.
Oggi questa tecnologia, grazie all'evoluzione dei macchinari, e degli acceleratori di particelle lineari, può essere impiegata in ambito oncologico anche su altre parti del corpo molto più mobili, e con altrettanta efficacia, precisione e velocità: su noduli del fegato, del polmone, della prostrata, per esempio, dove non è possibile impiegare la radioterapia classica perché il bersaglio è mobile e/o difficile da raggiungere. I suoi vantaggi derivano dalla capacità controllare la posizione dei target e di colpirlo in modo estremamente mirato, risparmiando i tessuti e gli organi sani intorno al tumore. Non si sostituisce alla chemioterapia o all'immunoterapia, ma le affianca. Ne parla a Panorama Piercarlo Gentile, Direttore medico UPMC Hillman Cancer Center all'ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma: in questa struttura ad alta specializzazione (la sigla UPMC sta per University of Pittsburgh Medical Center, che conta oltre 60 centri oncologici negli Stati Uniti e in Europa), dal 2013 sono stati curati con radioterapia stereotassica 5 mila pazienti (per un totale di 56.500 sedute di radioterapia).
«La radioterapia stereotassica ha cambiato la prognosi di molti pazienti oncologici con ripetizione di malattia (metastasi) in organi come polmone, fegato, cervello, linfonodi» dice Gentile. «In molti casi, non potendo intervenire con la chirurgia restava solo il trattamento farmacologico e l'aspettativa di vita non era certo buona. Questa tecnologia è stata una piccola rivoluzione. Insieme a nuovi farmaci immunologici, ha contribuito ad allungare la vita dei malati e a migliorane la qualità».
Il malato, per entrare nel concreto, si reca al centro di radioterapia stereotassica per una, tre o cinque sedute, per poi tornare a casa nella maggior parte dei casi senza effetti collaterali. Infatti, il trattamento è veloce e indolore, la tossicità è molto bassa, gli effetti collaterali scarsi. «Si possono trattare in questo modo fino a 7-8 metastasi cerebrali contemporaneamente, o noduli multipli in altri distretti corporei (pazienti oligometastatici). È importante soprattutto per quei pazienti che verosimilmente dovranno fare più volte i conti con una possibile diagnosi di nuova malattia» prosegue Gentile.
La radioterapia stereotassica in circa il 20 per cento dei casi può lavorare in sinergia con l'immunoterapia, l'altro trattamento d'avanguardia contro il cancro. Il trattamento stereotassico è in grado infatti di innescare il sistema immunitario, sui cui agiscono, potenziandolo, i farmaci immunoterapici.