Diabetes, diabete
(ANSA)
Salute

Giornata mondiale del diabete: come prevenire e curare la malattia

Una patologia in grande crescita che colpisce 350 milioni di persone nel mondo. Ma le nuove cure permettono una qualità di vita sempre migliore.

Ogni anno, il 14 novembre, si celebra la Giornata Mondiale del Diabete, istituita nel 1992 su iniziativa della Federazione Internazionale del Diabete (IDF) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per sensibilizzare riguardo a una malattia che colpisce oggi, nel mondo circa 350 milioni di persone, con i casi raddoppiati dal 2000 a oggi: in Italia sono diabetici circa 4 milioni di cittadini, e inoltre si stima che almeno un milione di persone, nel nostro Paese, ne soffrano senza saperlo. La data è stata scelta perché è il giorno di nascita del medico canadese Frederick Grant Banting, che nel 1921 scoprì l’insulina assieme al collega Charles Herbert Best. Questa fondamentale scoperta ha permesso di trasformare il diabete da malattia mortale a patologia cronica, controllabile con i farmaci. Celebrano questa giornata quasi 60 Paesi nel mondo, che in occasione del World Diabetes Day illuminano di blu i monumenti più significativi. Il tema di quest’anno è “Diabete e benessere”.

SINTOMI E PREVENZIONE DEL DIABETE

Il diabete, caratterizzato dall'aumento della glicemia dovuta all'azione inadeguata dell'insulina (ormone prodotto dalle cellule del pancreas) può essere di due tipologie: il tipo 1 è una patologia autoimmune che colpisce tra il 5 e il 10% dei pazienti ed esordisce durante l'infanzia o l'adolescenza. Può essere curato solo con l'insulina, da somministrare giornalmente con iniezioni o micro infusori.Il diabete di tipo 2, che riguarda il 90% dei malati è invece una malattia multi fattoriale, causata da stili di vita errati, ereditarietà, obesità: per curarlo esistono molte opzioni terapeutiche, tra le quali numerosi farmaci innovativi come gli ormai celebri analoghi del GLP-1 che vengono usati anche per il trattamento dell'obesità. Il diabete è una malattia che porta con sé numerose complicazioni, che vanno dalle malattie del cuore, agli ictus, alla malattia renale cronica fino a retinopatie e neuropatie. «I primi sintomi cui porre attenzione» spiega Raffaella Buzzetti, Professore Ordinario in Endocrinologia della Sapienza, e presidente della SID, Società Italiana di Diabetologia «sono l’aumento della sete, la maggior quantità di urina e anche il rapido dimagrimento. Non sempre la diagnosi clinica coincide con il momento di esordio del diabete, perché la glicemia al di sopra dei livelli di cut-off può essere presente anche senza particolari sintomi. Per questo calcoliamo che in Italia ci siano almeno un milione di persone che soffrono di diabete senza saperlo». Al di sopra dei 70 anni circa 2 persone su 10 vanno incontro a questa patologia, anche se si assiste in questi ultimi anni a un’anticipazione del problema, con casi che si verificano anche prima dei 40 anni Per prevenire il diabete di tipo 2, è fondamentale tenere a bada il peso, fin dalla più giovane età: sovrappeso e obesità, infatti, sono causa di insulino-resistenza. Occorre evitare cibi ricchi di zuccheri, bevande zuccherate e grassi animali. La dieta dovrebbe essere il più possibile ricca di fibre come legumi o cereali integrali, da abbinare a programmi di allenamento che aiutino a evitare soprattutto il pericolosissimo grasso addominale, che avvolge i visceri esponendo a gravi problemi: i diabetologi consigliano di praticare tra i 150 e i 300 minuti di attività fisica aerobica alla settimana.

RESISTE ANCORA LO STIGMA CONTRO I MALATI

Ancora oggi, chi si ammala di diabete, soprattutto se in giovane età, incorre in discriminazioni e pregiudizi, che rischiano di rendere la malattia ancora più impattante. «Oggi il problema non è solo la malattia, ma i pregiudizi che la circondano, e credere che chi ha il diabete debba limitarsi e condurre una vita diversa rispetto agli altri è un errore dannoso» spiega Riccardo Candido, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD) «Le ricerche ci mostrano chiaramente che lo stigma può portare ad un controllo non adeguato dei livelli di glicemia, a disordini alimentari e a un peggioramento della qualità della vita. Sono conseguenze che possiamo e dobbiamo prevenire, diffondendo una corretta informazione. La tecnologia oggi ci offre strumenti avanzati per monitorare e gestire il diabete in modo discreto ed efficace, permettendo alle persone di vivere senza compromessi». Del resto, solo per fare un esempio, basta assistere ai più importanti tornei di tennis mondiali, proprio come gli ATP in corso a Torino in questi giorni: il numero 2 del mondo, l’unico al momento in grado di insidiare il nostro Jannik Sinner, è il tedesco (di origine russa) Alexander "Sascha" Zverev, oro olimpico a Tokyo 2020 e ora numero 2 al mondo. Zverev ha il diabete di tipo 1 da quando aveva solo 4 anni e nel 2022 ha deciso di parlarne apertamente, per dare coraggio ai malati. Lo si vede spesso misurarsi la glicemia tra un set e un altro, e a volte anche praticarsi iniezioni di insulina a bordo campo, a testimonianza del fatto che con il diabete si può condurre una vita non solo normale, ma anche decisamente straordinaria.

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Maddalena Bonaccorso