«Influenza e covid, siamo al picco ma non intasiamo i Pronto Soccorso»
Sono decine di migliaia gli italiani a letto con la febbre o per il coronavirus ma spesso andare in ospedale è esagerato
Il picco dei casi influenzali e il numero crescente di positivi al Covid ha congestionato i pronto soccorso d’Italia, presi d’assalto da centinaia di migliaia di cittadini in attesa di essere visitati. Un affollamento ingiustificato visto l’elevato numero di codici bianchi ed il fatto che il Covid nei pazienti senza patologie ha una pericolosità ridotta. Ma quando è veramente necessario recarsi in pronto soccorso?
«L’influenza è tornata come ogni anno nel periodo invernale prima della pandemia ed il Covid adesso non fa più paura» spiega Roberto Cauda docente malattie infettive Università Cattolica di Roma. «Nei casi di influenza, si può assumere un antifebbrile, mentre i positivi al Covid possono prendere un antinfiammatorio. Mai utilizzare antibiotici contro i virus. Nel caso di febbre persistente o saturazione tra 92 e 94, è consigliabile recarsi al pronto soccorso. È importante non scoraggiare le persone dal cercare assistenza in pronto soccorso, ma sarebbe preferibile indirizzarle verso strutture territoriali. Le Unità Speciali Continuità Assistenziale (USCA) sono state strumenti cruciali durante il periodo Covid, secondo la mia esperienza pluridecennale come medico.Nonostante la pandemia abbia avuto pesanti ripercussioni, ha evidenziato l'importanza non solo degli ospedali, ma anche della medicina territoriale, che richiede un maggior numero di professionisti e strumenti, soprattutto considerando la chiusura di numerosi piccoli pronto soccorso che hanno certamente contribuito a creare maggior affollamento nelle strutture rimaste».
Cosa ci può dire dei casi influenzali?
«Prima del Covid, durante il periodo invernale, si registrava un numero significativo di casi influenzali. In media, si parlava di otto milioni di italiani a letto con l'influenza. Mentre nell'anno 2020-2021, grazie all'uso delle mascherine e al distanziamento, si è verificata una forte riduzione di casi influenzali. Oggi, invece ci troviamo di fronte a una concomitanza di casi di Covid e influenza, difficile da gestire soprattutto durante il periodo natalizio»
Che ne pensa della circolazione di questi due virus nello stesso periodo?
«L’influenza è una malattia invernale, mentre il Covid non segue uno schema stagionale. Attualmente, ci sono quasi 900mila casi di influenza contro 60mila casi di Covid.In entrambi i casi, i virus sono indistinguibili poiché provocano gli stessi sintomi. Fortunatamente, nel caso del Covid, si tratta di una forma diversa con minor capacità di generare polmoniti, colpendo prevalentemente le vie respiratorie alte in modo meno grave. Tuttavia, può avere esiti più severi nei pazienti fragili, come anziani e immunodepressi. Nei giovani, la forma è generalmente benigna e dura circa 7 giorni. Pertanto, è essenziale proteggere i fragili e adottare comportamenti responsabili, evitando i contatti».