L’interruttore intelligente che accende e spegne l'insulina
Ricercatori danesi della casa farmaceutica Novo Nordisk hanno comunicato oggi il risultato dei loro studi
In uno studio pubblicato su “Nature” arriva una notizia che i malati di diabete (circa 3.5 milioni solo in Italia, con incidenza sempre in crescita) attendono da decenni. E’ stata infatti “progettato” un nuovo tipo di insulina intelligente che riesce a intervenire tempestivamente in caso di di sbalzi del livello di zucchero nel sangue. Negli studi effettuati sugli animali, questa insulina è riuscita a mantenere i livelli di zucchero a un livello ottimale, evitando che scendesse troppo ma anche impendendo una concentrazione troppo elevata. La ricerca è stata portata avanti dagli scienziati di Novo Nordisk (la stessa azienda di Ozempic, il game changer contro l'obesità), e nello specifico dalla professoressa Rita Slaaby e dal suo team; l’interruttore che attiva o spegne l’insulina è composto da una molecola che deriva dal glucosio (chiamata glucoside) e da una struttura dalla forma ad anello chiamato macrociclo. Se il glucosio nel sangue si abbassa troppo, la molecola si unisce all’anello tenendo l’insulina “prigioniera” e quindi inattivata. Se invece il livello aumenta, lo zucchero fa spostare il glucoside e riattiva l’insulina. David Sacks, chimico clinico presso il National Institutes of Health di Bethesda, nel Maryland, ha dichiarato a Nature che “Si tratta di un ottimo studio, ben progettato, in cui sono stati eseguiti tutti gli esperimenti necessari per convalidare il funzionamento del farmaco. È sicuramente un incoraggiamento a perseguire questo approccio”. Il suo utilizzo nella pratica clinica, però, è ancora ben distante dall’essere realtà. La stessa Novo Nordisk ammette che, nonostante l’importanza di questi studi, si lavorerà ancora su altre ricerche per ottimizzare tutti i processi.
Del resto, questo non è l’unico tentativo di vincere la sfida contro il diabete cercando “forme intelligenti” di insulina. Solo pochi mesi addietro, le organizzazioni inglesi “Steve Morgan Foundation” e “Diabetes UK” e la statunitense “Breakthrough T1D”, hanno stanziato 64 milioni di dollari per finanziare progetti che possano aiutare i malati. Proprio quattro di questi progetti, che si svolgono in Università cinesi, australiane e statunitensi, hanno -anche loro- l’obiettivo di sviluppare insuline intelligenti, che siano in grado di rispondere ai livelli di glucosio nel sangue in modo dinamico, attivandosi al salire della glicemia e rilasciando il farmaco al bisogno. Questo meccanismo attenuerebbe in maniera sostanziale il rischio di ipoglicemie che possono mettere a rischio la vita del paziente, e darebbe ai malati un’arma in più contro “lo zucchero”. Altri due progetti mirano invece a mettere a punto insuline ultra-rapide. Gli studi sono ancora in fase pre-clinica -spiega un comunicato della Steve Morgan Foundation- ma per queste due linee di ricerca i tempi potrebbero essere più rapidi rispetto alle insuline intelligenti: comunque, non inferiori ai 5 anni.