La scienza conferma; non esisteranno più le stagioni
Studi raccontano che, come siamo soliti dira al bar, «il tempo non è più quello di una volta». Ed è un bruttissimo segno
La si potrebbe definire un’intuizione. È quella che nelle conversazioni da bar comunichiamo usando espressioni quali “il clima è impazzito”, “le stagioni sono cambiate”, “non ci sono più le mezze stagioni” e così via. Insomma, ci sembra di percepire che il clima sia entrato in una fase confusa, come se avesse sorpassato una certa soglia, quella entro la quale vi è un ordine fatto di cicli e regolarità.
Un nuovo studio su Earth and Planetary Astrophysics pare giungere alle stesse conclusioni, anche se in una veste matematica rigorosa. La tesi dei ricercatori del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Porto, in Portogallo, è che l’attività umana sta determinando una transizione di fase nel clima della Terra, paragonabile a quella dei materiali, per esempio un cubetto di ghiaccio che passa da una fase solida a una liquida, o una pozzanghera d’acqua che passa da una fase liquida a una gassosa. La nuova fase del clima della Terra, secondo i ricercatori, sarebbe caratterizzata da un cambiamento radicale della regolarità delle stagioni e del tempo meteorologico.
Bisogna considerare che, nella sua lunga storia, il nostro pianeta va periodicamente incontro a cambiamenti climatici passando da uno stato di equilibrio a un altro. A innescare questi cambiamenti sono fattori esterni quali l’eruzione di un vulcano o variazioni su scala astronomica quali quelli dell’orbita. Il modello presentato dai ricercatori, chiamato “mappa logistica”, prevede che le emissioni di anidride carbonica porteranno la Terra non a una nuova fase di equilibrio, ma a qualcosa che non abbiamo mai sperimentato, una fase di “comportamento caotico” senza alcuna speranza di risolvere più il problema.
Le mappe logistiche vengono di solito usate per descrivere come evolverà una popolazione fino al raggiungimento di una certa soglia al variare di alcuni fattori: aumento del numero degli individui, disponibilità di cibo, pressioni selettive ecc. In questo caso, i ricercatori hanno simulato differenti possibili evoluzioni della mappa logistica umana a seconda dell’aumento della popolazione, della politica di contrasto al riscaldamento globale, alle emissioni di anidride carbonica, all’emergere di nuove tecnologie e molto altro ancora.
Nello scenario più ottimistico, le emissioni di anidride carbonica raggiungono un limite e il clima si stabilizza in una fase, difficile per l’umanità, e diversa da altre fasi del passato solo per il clima più caldo. In altri termini, lo scenario ottimistico prevede sconvolgimento delle correnti marine, fenomeni estremi, innalzamento dei mari, scioglimento dei ghiacci e molto altro, ma pur sempre una certa regolarità delle stagioni e di altre caratteristiche climatiche.
Tuttavia, nello scenario più pessimistico, il clima della Terra evolve verso il caos, ovvero verso uno stato di non equilibrio dove sono assenti le regolarità. In particolare, la Terra verrebbe ad avere stagioni che cambiano ogni dieci anni circa, o addirittura di anno in anno. Per esempio, un anno potrebbe avere un inverno con fenomeni estremi mai sperimentati dall’umanità, l’anno successivo, nello stesso periodo il clima potrebbe somigliare a una sorta di primavera attuale costantemente mite e in un altro anno ancora lo stesso periodo potrebbe essere addirittura caldissimo. La stessa temperatura potrebbe fluttuare i maniera repentina in tempi brevi, per esempio tre giorni caldissimi e i successivi tre freddi. Tutto questo senza che ci sia una direzione, un andamento prevedibile, un “pattern”, come lo chiamano gli anglosassoni. Difficile che in tempi brevi le piante e la vita in generale possano adattarsi a una tale situazione. La Terra diventerebbe una sorta di pianeta impazzito in cui la vita umana come la conosciamo adesso è impossibile.