Omicron spaventa il mondo. «Serve con ancor più forza la terza dose». Ma i vaccini vanno rivisti
Per Pfizer serviranno 100 giorni per avere un vaccino adattato per la variante sudafricana. Per il prof. Di Caro serve massima attenzione e la terza dose. In fretta
«I dati sulla nuova variante mancano infatti le fonti ufficiali dicono che bisogna ancora investigare ma il sospetto di un'importante pericolosità è alto». Antonino Di Caro consulente dell'IRCCS Don Calabria di Negrar (Verona), ex direttore del laboratorio di microbiologia dello Spallanzani, commenta le prime notizie arrivate in Italia sulla nuova variante del Covid che spaventa il mondo: la «sudafricana». Una nuova variante denominata Omicron proveniente dai paesi meno immunizzati e potrebbe essere una minaccia anche per i vaccinati.
«Omicron ha tante mutazioni, quindi ha delle caratteristiche che nel passato sono state associate con la capacità di riuscire a sfuggire sia alla risposta immune data da precedenti infezioni, sia a quella suscitata dal vaccino e forse anche alla terapia dei monoclonali. Sicuramente è necessario raccogliere dati per trasformare le indicazioni in informazioni» .
La variante è stata rilevata per la prima volta in campioni raccolti l'11 novembre 2021 in Botswana e il 14 novembre 2021 in Sudafrica. A partire dal 26 novembre 2021, sono stati rilevati casi relativi ai viaggi anche in Belgio, Hong Kong e Israele. La variante Omicron è la variante più divergente che è stata finora rilevata in numero significativo durante la pandemia, il che solleva preoccupazioni sul fatto che possa essere associata a una maggiore trasmissibilità, una significativa riduzione dell'efficacia del vaccino e un aumento del rischio di reinfezione. A partire dal 26 novembre 2021, l'ECDC ha classificato questa variante come variante preoccupante (VOC) a causa di preoccupazioni relative alla fuga immunitaria e alla potenziale trasmissibilità aumentata rispetto alla variante Delta.
«Questa variante ha un gran numero di mutazioni, alcune delle quali preoccupanti. Prove preliminari suggeriscono un aumento del rischio di reinfezione con questa variante, rispetto ad altri COV- scrive l'Oms- il numero di casi di questa variante sembra essere in aumento in quasi tutte le province del Sudafrica. suggerendo che questa variante potrebbe avere un vantaggio di crescita.»
L'arrivo di una nuova variante era comunque previsto dalla scienza.
«É da mesi che tutti diciamo compreso l'Oms che prima di fare la terza dose ai paesi con più possibilità avremmo dovuto pensare di immunizzare il resto del mondo. Proteggere una parte del mondo e lasciare scoperta l'altra favorisce la replicazione e la mutazione del virus. La nuova mutazione la definirei la "variante della fascia meno protetta" un problema che in qualche maniera esiste anche con i bambini dove il Covid può replicare senza controllo».
Con l'entrata nello scenario pandemico della nuova variante i vaccini vanno rivisti?
«È presto ma sicuramente una delle ipotesi è l'adattamento del vaccino e la terza dose va fatta a prescindere dalla variante, perché non ci sono dati di persone risultare positive dopo aver ricevuto la terza somministrazione del vaccino anti-Covid. Sicuramente sarebbe opportuno visto che sono stati scoperti dei casi di positività al Covid nei viaggiatori all'inizio del mese, seguire le indicazioni dell'Ecdc che consiglia di ricontrollare se tra i viaggiatori provenienti da quelle zone fosse già presente la nuova variante nel siero prelevato. Comunque siamo all'inizio e parlare senza dati serve solo a farsi pubblicità sulle riviste».
La nuova variante come si è sviluppata?
«Il meccanismo è sempre in aria. La replicazione può avvenire più facilmente dove la copertura vaccinale è minore e la ridotta copertura vaccinale di conseguenza facilità la comparsa di varianti. Il virus più ha la possibilità di diffondersi nelle persone, più sviluppa la capacità di cambiare ma non sempre in peggio. Ad esempio la storia delle epidemie ci insegna che tutti gli agenti patogeni tendono a favorire l'ospite in cui il virus sopravvive e non le forme in cui l'ospite muore. Ma in questo caso è un'incognita perché non ci sono ancora dati sufficienti per determinare se questa variante possa far sviluppare forme di Covid più severe. Dai dati disponibili per il momento sembra che sia solo più contagiosa ma ripeto sono dati preliminari».
Quali sono le nuove raccomandazioni?
«Bisogna certamente prestare molto attenzione e condivido l'osservazione fatta dall'Organizzazione mondiale della sanità e dall'Ecdc che raccomandano a tutti i paesi del mondo o perlomeno a quelli più attenti e con più risorse, di prendere provvedimenti limitando l'entrata di soggetti provenienti dai paesi di origine della nuova variante».