Picco influenza in arrivo: complicanze, fattori di rischio e intervento
Con la riapertura delle scuole e l'abbassamento delle temperature previsto, si arriverà al picco delle influenze, secondo gli osservatori del Ministero della Salute. Ecco i consigli degli esperti per affrontare la stagione dei virus influenzali
Come previsto sia in Italia che in altri paesi stanno aumentano i casi di influenza e siamo vicini al picco di casi, sia per l’influenza, sia per le atre forme di infezioni virali delle vie aeree. Infatti anche l’incidenza delle sindromi simil-influenzali in questo periodo è elevata per la circolazione stagionale dei diversi virus. In questo periodo i “virus influenzali” sono prevalenti rispetto agli altri virus anche se rimane una quota significativa di Sars-CoV-2. Probabilmente il picco influenzale si avrà nelle prossime settimane, favorito dalle basse temperature attese e dalla riapertura delle scuole.
Quale impatto possono avere le complicanze delle infezioni virali respiratorie e le sovrainfezioni batteriche?
In genere le infezioni virali delle vie aeree vanno incontro a risoluzione nell’arco di alcuni giorni spiega il Professor Andrea Nacci, Specialista in Otorinolaringoiatria, Dirigente Medico. U.O. Otorinolaringoiatria, Audiologia e Foniatria Universitaria, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana e consulente Schwabe Pharma Italia- ma talora vanno incontro a complicanze ed il decorso diviene più lungo e impegnativo. La complicanza più comune delle patologie virali delle vie aeree che non vanno incontro a tempestiva guarigione, è la sovrapposizione batterica. Le complicanze infettive più temibili ad etiologia batterica sono rappresentate dall’otomastoidite in caso di otite, dall’ascesso peritonsillare nei casi di faringo-tonsillite e, meno frequentemente, dalle complicanze batteriche delle sinusiti acute. Inoltre le infezioni virali delle vie aeree possono peggiorare il quadro clinico di chi soffre di asma o di bronchite cronica e predisporre a complicanze quali bronchiti acute e polmoniti. È importante sottolineare ancora oggi che in caso di infezioni acute delle vie aeree di origine virale, non devono essere prescritti antibiotici. Anche nelle forme batteriche però, la maggior parte delle linee guida nazionali ed internazionali consiglia un periodo di attesa di 3-5 giorni prima della prescrizione di un antibiotico (naturalmente in funzione dell’organo interessato e delle condizioni generali del paziente), prescrizione che avverrà successivamente in caso di mancata guarigione o peggioramento dei sintomi. Quindi potremmo utilizzare per un certo periodo e in funzione delle condizioni generali del paziente, sintomatici oppure farmaci vegetali, prima di pensare di prescrivere trattamenti antibiotici.
Appropriatezza degli antibiotici, farmaci sintomatici e farmaci vegetali
Considerando che l’80% circa dei processi infettivi delle vie aeree superiori ed inferiori è di origine virale e che le complicanze più temibili derivano dalla sovrapposizione batterica, è chiaro come sia fondamentale prima che sopraggiunga la complicanza, utilizzare dei farmaci che abbiano una attività antivirale ma che non siano caratterizzati da effetti avversi potenzialmente gravi. D'altronde, alla luce dell’uso inappropriato degli antibiotici e dell’aumento del tasso di resistenza batterica -prosegue l’esperto-è determinante l’utilizzo di un rimedio alternativo ed efficace per questa tipologia di malattie, tra l’altro particolarmente frequenti. Dobbiamo però chiederci se esistono rimedi alternativi la cui efficacia sia provata dalla letteratura scientifica e dalle evidenze cliniche. Si inserisce in questo ambito il Pelargonium sidoides (EPs 7630), farmaco vegetale estratto dalle radici del geranio africano ed utilizzato per secoli, per le infezioni delle vie aeree superiori, per il comune raffreddore e per la tubercolosi. Il Pelargonium sidoides (EPs 7630), oltre ad avere un’attività secretomotoria, antibatterica e immunomodulante, si caratterizza per avere un’azione antivirale. Il Pelargonium agisce già nella fase precoce dell’infezione virale impedendo l'ancoraggio del virus alla superficie cellulare; inoltre, quando la cellula è ormai infettata, questo farmaco impedisce la fuoriuscita dei virioni replicati, e la conseguente diffusione dell'infezione. Infine, anche se la cellula è stata infettata dal virus, il Pelargonium agisce come immunomodulante, potenziando i sistemi di difesa cellulari e agendo quindi come citoprotettivo. La sua attività immunomodulante, antibatterica e meccanica (secretomotoria) inoltre, contribuisce a proteggere l’organismo dalle sovrapposizioni batteriche, riducendo quindi il rischio delle complicanze più gravi.
Quali le categorie maggiormente a rischio di complicanze?
I soggetti a rischio sono gli anziani, i bambini e i soggetti affetti da patologie croniche e/o da multimorbidità indipendentemente dalla loro età. È ben noto il concetto del cosiddetto “anziano fragile” e più in generale di quella che possiamo definire “l’immunosenescenza” del soggetto anziano. In questi pazienti i processi infettivi potranno essere più frequenti ed avranno una durata maggiore aumentando il rischio di sovrapposizioni batteriche. Anche i pazienti con multimorbidità (definita come la presenza contemporanea di due o più patologie croniche nella stessa persona) sono soggetti a rischio. L’importanza in ambito sanitario della multimorbidità si evince anche dalla prevalenza di tale condizione: nel 2019, nel periodo pre-COVID, 7 milioni di soggetti over 65 anni presentava almeno tre patologie croniche (Dati ISTAT – Luglio 2021). Deve essere sottolineato inoltre -precisa il prof. Nacci- che la multimorbidità e la politerapia sono condizioni comunemente associate, per cui questa tipologia di pazienti è a maggior rischio di presentare effetti avversi ed interazioni nel momento in cui devono essere aggiunti farmaci quali sintomatici e/o antibiotici durante processi infettivi acuti, virali o batterici. Si stima che due terzi della popolazione anziana presenti multimorbilità e che circa il 30% delle persone con età ≥ 65 anni utilizzi 10 o più tipi di farmaci in un anno (ISS – 2021). Se il soggetto anziano presenta “immunosenescenza”, la popolazione pediatrica presenta “immunoimmaturità”. L’immaturità del sistema immunitario associata a fattori anatomici (ipertrofia del tessuto adenoideo, tuba di Eustachio più piccola ed orizzontale rispetto a quella dell’adulto), fa sì che i processi infettivi siano particolarmente frequenti nei bambini, soprattutto quelli più piccoli.
Attenzione all’autosomministrazione e all’interazione tra farmaci
In ultima analisi- conclude l’esperto- anche e soprattutto le categorie a rischio avranno la necessità di effettuare terapie prescritte dal medico, durante le prime fasi delle patologie delle vie aeree, la cui efficacia sia provata scientificamente e dalle evidenze cliniche, e che non siano caratterizzate da effetti avversi o da rischi di interazioni con altri farmaci.