Polmonite, rianimazione
(Ansa)
Salute

Polmonite: come prevenirla, come curarla

Il 12 novembre ricorre la "Giornata mondiale della polmonite", per sensibilizzare la popolazione su una malattia che uccide ogni anno nel mondo più di 4 milioni di persone

Il medico canadese William Osler, padre della medicina moderna, la chiamava già nella seconda metà del 1800 “Il capitano degli uomini della morte”, e questo la dice lunga su quanto la polmonite sia sempre stata pericolosa e temuta. Noi abbiamo imparato -purtroppo- a conoscerla fin troppo bene nei lunghi mesi della pandemia da Covid-19, quando il solo termine polmonite evocava lo spettro della mancanza d’aria, delle corse in ambulanza e dei reparti di terapia intensiva pieni di persone in ventilazione meccanica. Ma questa malattia, gravissima, non è mai passata “di moda”, perché è sempre stata ed è tuttora tra le principali cause di morte a livello globale, soprattutto tra gli anziani e i bambini al di sotto dei 5 anni. In Italia, ogni anno colpisce in media 1 giovane e circa 10 anziani su 1000, uccidendo quasi 11.000 persone.

WORLD PNEUMONIA DAY

La Giornata Mondiale della Polmonite, che ricorre ogni anno il 12 novembre, è dunque un’occasione fondamentale per sensibilizzare la popolazione su una malattia respiratoria gravissima, e che è nostro dovere prevenire con corretti stili di vita e ricorso alla vaccinazione. Ma di cosa si tratta? Di un’infezione acuta dei polmoni, che causa l’infiammazione degli alveoli: cioè di quelle sacche d’aria dove si verificano gli scambi gassosi, che se si infettano contribuiscono a far calare l’ossigenazione del sangue e causano a cascata sintomi come tosse, dolore al petto, fiato corto, problemi di respirazione e febbre. Il tipo di polmonite più temuto e grave è sicuramente la polmonite batterica, causato da un batterio che si chiama Streptococcus pneumoniae. Colpisce prevalentemente gli adulti e le persone immunocompromesse: può avere numerosissime complicazioni, tra le quali meningite, versamenti pleurici e sepsi, e viene trattata con massicce dosi di antibiotici, soprattutto penicillina e cefalosporine. Nei casi più gravi è necessaria l’ospedalizzazione del paziente. Grande preoccupazione proviene dal problema dell’antibiotico-resistenza, che comporta il non riuscire a debellare la polmonite nemmeno utilizzando tutti gli antibiotici a nostra disposizione: problema che deve essere affrontato globalmente, prescrivendo e facendo ricorso a questi medicinali solo in caso di effettiva necessità. C’è poi la polmonite virale, che può anche essere causata dalle complicanze dell’influenza, dal virus Covid-19 o dall’adenovirus o ancora dal virus respiratorio sinciziale che ha flagellato l’Italia nello scorso inverno. E’ generalmente meno grave della polmonite batterica, ma comunque bisognosa di attenzione: la cura di solito consiste in una combinazione di antinfiammatori con farmaci antivirali. Per i casi più gravi, vengono usati anche cortisonici e nove terapie a base di anticorpi monoclonali che si stanno dimostrando promettenti per il futuro.

COME PREVENIRLA E COME RICONOSCERLA

E’ fondamentala uno stile di vita sano: mettere al bando il fumo, che predispone i polmoni a problemi e infezioni, seguire una dieta equilibrata che possa anche contribuire al buon funzionamento del sistema immunitario, evitare il più possibile l’alcool, lavarsi le mani ripetutamente durante la giornata, evitare luoghi troppo affollati, coprire bocca e naso quando si tossisce o starnutisce. E’ utilissimo anche vaccinarsi contro l’influenza, onde evitare di andare poi incontro a complicazioni. Per quanto riguarda gli immunocompromessi, i pazienti fragili e gli anziani oltre i 65 anni, è disponibile un vaccino. «Il vaccino contro lo pneumococco è consigliato dai 65 anni» spiega il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi S.Ambrogio di Milano «Ma si può fare anche prima, perché la polmonite è una patologia grave che impatta fortemente sul lavoro e sulla produttività. E’ un vaccino molto sicuro, che si somministra una sola volta nella vita: al limite, per i pazienti molto fragili si può prendere in considerazione l’ipotesi di fare un booster per consolidare la risposta immunitaria». Per riconoscere la polmonite e poterla curare tempestivamente, occorre fare molta attenzione a sintomi come febbre, stanchezza, dolori muscolari, tosse con catarro, mancanza di fiato e dolore al torace. Utilissimo avere in caso un saturimetro, perché il calo dell’ossigeno è un sintomo fondamentale per capire quando rivolgersi al Pronto Soccorso.A volte, specialmente nei più anziani, la sintomatologia può anche apparire leggera: questo espone a rischi di sottovalutazione dei sintomi e di conseguenza a un ricorso alle cure eccessivamente tardivo, che può costare molto caro in termini di complicazioni, ospedalizzazioni ed esiti negativi.

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Maddalena Bonaccorso