Frenare la proteina TOR allunga la vita
È il meccanismo che fa sviluppare e, quindi, invecchiare le nostre cellule. Parla il suo scopritore, il biologo Michael Hall, alla vigilia del ricevimento di un prestigioso premio. E a Panorama spiega le ricerche in corso per rallentare la senilità. Con alcuni consigli utili
Se ne sappiamo sempre di più sull’invecchiamento e le malattie a esso legate, se siamo a un passo dallo scoprire quali stili di vita, e perfino quali sostanze, possono regalarci più salute negli ultimi anni della nostra vita, lo dobbiamo alla scoperta di una proteina che regola il meccanismo fondamentale della crescita cellulare. Nel mondo della ricerca sull’invecchiamento è conosciuta come Tor e il suo scopritore si chiama Michael Hall, biologo molecolare americano, professore al Biozentrum dell’Università di Basilea, che il 21 novembre riceve al Quirinale il prestigioso premio internazionale Balzan, destinato a ricercatori che si sono distinti per contributi cruciali nel progresso della loro disciplina. Nato nel 1953 a Puerto Rico (Usa), Hall ha ottenuto il dottorato ad Harvard nel 1981 e ha poi lavorato all’Istituto Pasteur di Parigi e all’Università della California, prima di trasferirsi a Basilea dove insegna nella divisione di Biochimica del Biozentrum, uno dei principali centri mondiali per lo studio delle molecole che regolano la crescita e l’invecchiamento.In questi ultimi anni, una serie di ricerche promettenti ha aperto a farmaci per ottenere una terza età vigorosa e in salute, allungando la vita. Un esempio è la rapamicina, che ha come bersaglio proprio la proteina Tor, ed è generalmente usata come immunosoppressore per prevenire il rigetto nei trapianti d’organo. In diversi studi, è emerso che aumenta l’aspettativa di vita nei topi di laboratorio per la sua capacità di inibire la differenziazione cellulare e promuovere il rinnovamento delle staminali. E i suoi effetti antiproliferativi sarebbero efficaci anche nella cura del cancro. Un’altra classe di farmaci promettenti è quello della metformina: un anti-diabete sperimentato per contrastare l’invecchiamento, che ridurrebbe il rischio di malattie legate all’età. Si sa già che, agendo sulle vie metaboliche dell’insulina, allunga la vita nei vermi nematodi. Poi, test sui topi hanno mostrato un ringiovanimento muscolare, una crescita dell’attività e perfino l’inversione dell’ingrigimento dei peli. Quindi non solo rallenterebbe l’invecchiamento ma lo invertirebbe.Infine, ecco i «farmaci senolitici» che hanno come bersaglio tutte le «cellule spazzatura» che, accumulandosi con l’età, causano infiammazioni e impegnano le nostre energie vitali. Tutto ciò crea speranze talvolta eccessive: possiamo già assumere sostanze per vivere più in salute e più a lungo? O è presto per contare sulla loro efficacia? E quali potrebbero essere gli effetti collaterali?Siccome la proteina Tor è alla base della maggior parte di queste strategie per l’allungamento della vita, non c’è persona migliore a cui chiedere del suo scopritore.
Professor Hall, lei ha individuato il meccanismo che regola la crescita cellulare, il cosiddetto Tor pathway (la via Tor). Come funziona esattamente?
Ogni cellula nel corpo deve fornire risposte all’ambiente esterno in vari modi, per esempio ascoltando i segnali delle altre cellule e comunicando con loro. Bene, la via Tor è un processo biochimico nel quale alcune proteine trasmettono informazioni da una parte a un’altra della cellula e tra tutte le altre. È la proteina chiave di questo processo, quella che «sente» cosa c’è fuori e istruisce la cellula a rispondere di conseguenza. Mi si passi questa espressione: Tor è il cervello della cellula.
Perché questo meccanismo è così importante?
Tor è attivata dalla presenza di nutrienti, come amminoacidi e glucosio, e dagli ormoni che regolano il metabolismo, come l’insulina. È fondamentale nel regolare la crescita della cellula, nel bilancio energetico del corpo e nel suo peso, nella degenerazione cellulare e in tanti altri processi. Ha dunque un ruolo centrale nel meccanismo di invecchiamento e nello sviluppo di malattie all’età: cancro, diabete, patologie cardiovascolari.
Cosa ci suggeriscono queste conoscenze su quanto e come dovremmo nutrirci per restare più a lungo in salute?
Innanzitutto si sa da esperimenti su animali, effettuati già un secolo fa, che assumendo meno calorie si allunga la vita. Non si sapeva però bene perché. La spiegazione sta nella «via Tor». Se mangi meno allora c’è meno attività Tor e un differente metabolismo che favorisce l’organismo.
Sappiamo che sono stati fatti esperimenti per inibire Tor con risultati sorprendenti...
Esattamente, nel 2003 alcuni ricercatori sono riusciti a raddoppiare la vita media del verme nematode Caenorhabditis elegans. Hanno dimostrato che se tu inibisci Tor spegnendo i geni, allora raddoppi la vita media del verme. Lo hanno confermato test su altre specie animali, per esempio sui topi nel 2009. Poi è stata usata la rapamicina per inibire Tor con gli stessi effetti sull’allungamento della vita.
Allunga la vita anche degli esseri umani?
In tal senso non possiamo avere certezze, perché non sono stati fatti esperimenti sull’uomo. Qualunque test sugli umani necessiterebbe di troppo tempo. Ma il fatto che la rapamicina funziona sugli animali suggerisce che potrebbe essere efficace anche su di noi.
E la metformina?
È un farmaco per diabetici che ha mostrato di estendere la vita media in diversi studi sugli animali. La logica è la stessa. Come la rapamicina, agisce sulla via Tor.
Dunque per essere longevi dovremmo assumere rapamicina o metformina?
Suggerirei di capovolgere la domanda: ovvero se io assumo queste sostanze... (ride).
Giusto, alla luce di tutte queste considerazioni, lei cosa fa per vivere in salute e più a lungo?
Dico subito che non assumo la rapamicina, per un motivo ben preciso: non sappiamo quanta dovremmo prenderne e con quale frequenza. Vede, c’è un enorme numero di persone che la assume, in quantità di 5 milligrammi una volta la settimana. E ci sono moltissimi medici negli Stati Uniti che la consigliano. Gli effetti collaterali conosciuti sono solo qualche afta in bocca ma non molto di più. Ma la verità è che non sappiamo se queste persone vivranno più a lungo. Ciò non toglie che io la ritenga un farmaco promettente.
E per quanto riguarda la sua dieta?
Non seguo un’alimentazione speciale, mangio in modo bilanciato. Una cosa che faccio spesso è non consumare la colazione, così da dare all’organismo 16 ore a digiuno.
Dunque crede che la cosiddetta «restrizione calorica» possa farci vivere meglio e più a lungo. Ma c’è una dieta migliore di un’altra?
Le calorie possono essere assunte in modi differenti, da zuccheri, grassi o proteine... e queste differenze danno luogo a differenti diete. Così alcuni dicono che alcune sono migliori di altre. Se si vuole una risposta dal punto di vista di Tor... be’ allora le dico che una dieta con poche proteine funziona meglio, perché Tor è attivata soprattutto da aminoacidi.
Il ventesimo secolo ha visto una crescita rapida dell’aspettativa di vita nelle nazioni ricche, circa tre anni per decade. Ma in anni recenti si assiste a un rallentamento. Forse stiamo raggiungendo il limite biologico della speranza di vita?
È possibile. Sono convinto che un limite biologico all’estensione della vita umana ci sia. Ogni organismo aumenta continuamente la sua «entropia» avvicinandosi al massimo stato di questa, che corrisponde alla morte. Per tenersene lontano, ossia restare in vita, un organismo possiede meccanismi di riparazione che frenano l’aumento del disordine. Ma anche questi processi sono soggetti a aumento di entropia e a un certo punto si rompono. Non possiamo quindi aumentare indefinitamente la vita. Ciò che dobbiamo fare è diminuire i rischi di malattie legate alla vecchiaia per viverla meglio. Ed è probabile che farmaci come la rapamicina, che agiscono sulla via Tor, ci daranno una mano a raggiungere questo obiettivo.