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Strumenti per l'educazione contemporanea

In un mondo si evolve sempre più rapidamente, il ruolo dei genitori cambia così come le regole per educare i propri figli alla vita che verrà

Stiamo assistendo a una vera e propria emergenza educativa. Il ruolo genitoriale deve necessariamente essere messo in discussione e, tale critica, deve essere posta mettendo da parte ogni sorta di polarizzazione. Le contrapposizioni passano dai fautori dell’impossibilità di educare i propri figli come è stato fatto dai propri genitori perché il mondo è cambiato, allo scambiare il processo educativo per performance. Se è vero che lo sviluppo della tecnologia ha portato a scenari completamente differenti, questo non significa che l’educare al “mondo nuovo debba esulare dalla trasmissione di norme, valori ed etica. Anzi, in un mondo in cui reale e virtuale sono sempre più confusi, la necessità primaria diventa quella di fornire gli strumenti per accedere a un ragionamento etico e morale.

Il problema che oggi si pone è quello di mettere in condizione i propri figli di poter eseguire la massima quantità di raccordi o passaggi da un piano all’altro, mantenendo il massimo livello di controllo del processo. Non si richiedono più soltanto le qualità di riflessione e di esplicitazione necessarie all’apprendimento di ogni ordine, ma quelle corrispondenti a un imparare nuovo che comporta una radicale ridislocazione delle strutture e una rivalutazione delle economie di apprendimento. Oggi è necessario distinguere tra la società dell’informazione, basata sullo sviluppo tecnologico, caratterizzata da disparità, in particolare riguardo all’uso delle Tecnologie dell’Informazione e in cui l’informazione è un bene economico, e la società della conoscenza, che presenta un orizzonte più ampio, comprensivo delle dimensioni sociali, etiche e politiche, e in cui l’accesso dell’informazione dovrebbe risultare universale ed equo. Al suo interno la conoscenza costituisce un fattore di innovazione verso l’instaurazione di maggiore giustizia, solidarietà, democrazia e pace. La comunicazione avviene secondo un’impostazione non più piramidale, ma orizzontale e paritaria, quale quella della rete. I due modelli sociali si riflettono nel sistema educativo e rinviano a una nuova pedagogia. I genitori vanno preparati a rispondere adeguatamente alle sfide della società dell’informazione e della conoscenza, a contribuire in prima persona alla sua evoluzione, a formare i propri figli a divenire soggetti attivi del loro apprendimento permanente, cittadini impegnati nello sviluppo del proprio Paese.

Questi cambiamenti inducono il passaggio da una società dell’informazione a una società cognitiva, è una rivoluzione basata sull’informazione, che consente all’intelligenza di acquisire nuove capacità. Internet sta facendo emergere un nuovo continente, ha unito in maniera interattiva, sincronica e diacronica, utenti dei vari Paesi del mondo e ha indotto grandi cambiamenti in termini di dematerializzazione nel mondo della produzione e della conoscenza: dematerializzazione creata dal passaggio da un universo di esperienze pratiche a un universo di astrazioni simboliche. Il processo cognitivo si fonda sulla cultura tecnologica intesa sia come complesso di strumenti di mediazione, sia come ampliamento della mente stessa. Con internet tutti gli individui possono usufruire di una informazione a basso costo e in maniera assolutamente libera e questo pone l’attenzione sulla necessità ancora maggiore di educare al pensiero critico.

Non è inoltre da sottovalutare il fatto che siamo soggetti a una moltitudine di informazioni che giungono ai nostri organi di senso in maniera rapida, continua, costante. Siamo immersi nell’iperstimolazione. Non si hanno né il tempo né la possibilità di processare il quantitativo di stimoli. L’effetto è quello di far sì che l’informazione rimanga ad un livello superficiale, in quanto manca l’effettivo tempo dell’elaborazione e della rielaborazione. Si percepisce troppo e troppo in fretta, con la conseguenza che si conosce sempre meno. Su un piano educativo non possiamo non tener conto degli effetti e delle conseguenze del mancato processamento dell’informazione. Ci si trova dinnanzi a innumerevoli diagnosi relative a disturbi dell’attenzione, iperattività, ADHD, disturbi della concentrazione, ma se venisse considerato il problema della mancanza di tempo per il processamento? I tempi evolutivi del nostro cervello sono molto più lenti di quelli dell’evoluzione tecnologica, con la conseguenza di un emergere di quadri ansiogeni e depressivi. Nella società odierna, difatti, si deve essere performanti, sempre, in maniera costante ed il livello delle prestazioni deve crescere in continuazione. In realtà nessun sistema può accrescere continuamente, e come tale modo di ragionare ha portato a una crisi economica di livello mondiale, ora l’applicazione di questo porterà ad una crisi dell’essere umano a livello mondiale. Non stupisce l’utilizzo crescente di cocaina ed anfetamina, ad esempio, per consentire le prestazioni di performance. La competizione è sempre maggiore, la richiesta è sempre competitiva e non viene lasciato mai spazio alla noia. I bambini ed i ragazzi di oggi, oltre ad essere sovra stimolati, sono investiti anche dalle richieste genitoriali di performance; spesso, su di essi, vengono riversati i desideri non realizzati dei genitori, ai quali i figli sono chiamati a rispondere.

In questo quadro multidimensionale l’educazione dovrebbe essere improntata anche sulla logica degli ambienti di apprendimento, ossia di un modello che sottende il fatto che la conoscenza si costruisce e non si trasmette. La costruzione di conoscenza avviene attraverso l’attività ed è inserita nell’attività stessa. La conoscenza è ancorata nel contesto in cui le attività si sviluppano ed è da questo indirizzata. Il significato si sviluppa nella mente di chi conosce e nelle sue relazioni con il contesto. La costruzione di significato è indotta da un problema, da una domanda e, per questo, richiede lo sviluppo della padronanza di quel problema. Un problema può essere affrontato da molteplici prospettive. La costruzione di conoscenza richiede articolazione, espressione e rappresentazioni di cosa si sta apprendendo, del significato che si sta costruendo. La costruzione di significato deve essere condivisa con altri. La natura del processo di costruzione di conoscenza richiede che la persona che vi si impegna abbia la possibilità di agire in un contesto complesso, ricco di opportunità, di stimoli, di risorse: un luogo dove le persone possano lavorare assieme supportandosi mentre usano una varietà di strumenti e di risorse informative col fine di conseguire gli obiettivi di apprendimento e di risolvere problemi.

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Cristina Brasi