La guerra geopolitica attorno al vaccino di AstraZeneca
Per la scienza è sicuro ma l'Europa annuncia l'acquisto di altre milioni di dosi Pfizer. Intanto la campagna vaccinale frena
Un caso scientifico, medico o forse sempre più una questione geopolitica. È stata un'altra giornata ad alta tensione per il vaccino di AstraZeneca, giornata scandita però da notizie importanti.
La prima arriva da Biella dove è stata effettuata l'autopsia sul corpo di Sandro Tognatti, il 57enne morto pochi giorni dopo la vaccinazione. bene, secondo il medico legale si è trattato di un infarto che non ha alcun collegamento evidente con il vaccino.
Identico il responso sul corpo di una delle altre vittime finite al centro dello polemiche dei giorni scorsi, quella del bidello napoletano, Vincenzo Russo. Anche in questo caso infatti l'autopsia non ha trovato legami tra il vaccino ed il decesso.
A queste si sono aggiunte le dichiarazioni dell'Ema, di diversi professori e medici ma soprattutto della stessa Era, l'ente europeo del farmaco, secondo cui al momento i benefici del vaccino superano i rischi. I numeri che arrivano ad esempio dal nostro paese parlano di sei casi di tromboembolia su quasi un milione e seicentomila persone che hanno ricevuto il vaccino di AstraZeneca. In Europa nel complesso la situazione non cambia: 30 casi su 5 milioni complessivi.
L'Ema però ha confermato che la decisione definitiva verrà presa giovedì e non domani come richiesto da diversi paesi che al momento, come l'Italia, hanno sospeso l'utilizzo del prodotto.
Tutto questo ha inevitabilmente portato ad un rallentamento della macchina vaccinale proprio poche ore dopo che era stata annunciata la nuova campagna da 500mila dosi al giorno. Malgrado le rassicurazioni dei medici e del ministero della Salute secondo cui chi ha già ricevuto la prima dose non si deve preoccupare sono migliaia le chiamate di cittadini spaventati e molte anche quelle di chi ha deciso di rinunciare e chiede un prodotto diverso.
E che le vaccinazioni ieri ed oggi stanno andando per questo a rilento è del tutto evidente. Basti pensare alla chiusura ad esempio del grande Drive Through di Milano aperto ieri dall'Esercito. Lo stop infatti all'uso del vaccino agli-svedese ha di fatto reso inutili queste strutture e costretto chi sta gestendo la campagna a mandare migliaia di sms e messaggi con l'annullamento delle prenotazioni precedentemente confermate.
Tutto questo mentre però si fa strada un'altra chiave di lettura, molto meno scientifica, molto più geopolitica.
Il Ministro della Salute Speranza ha infatti confermato come la scelta dell'Italia di sospendere il vaccino di AstraZeneca si arrivata dopo la visione dei dati della Germania. Insomma, l'Italia ha atteso le cifre e le decisioni di Berlino, poi copiate dai principali altri paesi dell'Unione uniti come da un unico disegno europeo. Un sospetto che aumenta se guardiamo a quanto comunicato oggi dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen che ha annunciato l'accordo con Pfizer per un anticipo di 10 milioni di dosi entro giugno delle quote opzionate ma non acquistate presenti nei contratti.
Insomma, l'Europa (e quindi anche l'Italia) guardano più agli Stati Uniti e non all'azienda inglese in questa guerra del vaccino attorno alla quale non va mai dimenticato che girano decine di miliardi di euro.
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