Salvini contro i migranti. E intanto nel Mediterraneo si muore
In due naufragi al largo di Turchia e Tunisia oltre 50 vittime. E il ministro degli Interni: "Dalla Tunisia export di galeotti"
Si muore ancora nel Mediterraneo e le vite umane sono quelle dei migranti contro cui, nelle stesse ore, si scaglia il nuovo Ministro dell'Interno Matteo Salvini: in due naufragi, al largo della Turchia e della Tunisia solo nella giornata di domenica 3 giugno sono morte almeno 55 persone tra cui sei bambini affogati nell'Egeo orientale.
Intanto Salvini, alla sua seconda uscita da ministro dell'Interno sceglie prorpio la Sicilia e cambia la sua agenda per fare visita all'hotspot di Pozzallo, tappa simbolo degli sbarchi in Italia. "Basta con la Sicilia campo profughi d'Europa" dice.
Il ministro appare freddo anche sulle parole della cancelliera Angela Merkel: "Sicurezza delle frontiere e asilo sono temi esistenziali dell'Ue, l'Italia si è sentita lasciata sola", dice il cancelliere. "Aspettiamo che lei e Macron passino ai fatti", si limita a rispondere Salvini nel corso di una sorta di conferenza stampa improvvisata organizzata nel cortile dell'hotspot di Pozzallo.
Abbozza il suo programma sul tema flussi: "più centri di espulsione, centri di trattenimento e investire parte dei soldi che risparmieremo nel mantenere i migranti negli alberghi per fare accordi nei Paesi di origine". Non sarà facile, anche perchè i toni di Salvini sono ugualmente duri con l'Africa anche se il leader della Lega rivendica come "buonsenso" e non linea dura la posizione del neonato governo. "La Tunisia è democratica, non mi risulta che ci siano guerre o carestie, ma esporta spesso e volentieri galeotti", è l'affondo del ministro, intenzionato a non dare chance a chi arriva in Italia da situazioni non ritenute minacciose per la libertà o la sopravvivenza.
Le stragi in mare
La strage più drammatica è avvenuta nell'ovest del Mediterraneo, dove sono almeno 46 i migranti morti (altri 67 tratti in salvo), tunisini e di altre nazionalità africane. Il naufragio è accaduto al largo delle isole Kerkennah, in Tunisia. Le unità di soccorso della marina tunisina sono intervenute dopo l'Sos per un peschereccio in difficoltà. Secondo fonti della sicurezza locale e di un superstite a bordo dell'imbarcazione viaggiavano circa 180 persone (un'ottantina provenienti da paesi africani, oltre ai tunisini), il che fa temere un numero di vittime più alto. E nove migranti, tra cui i 6 bimbi, sono morti dopo che il motoscafo sul quale viaggiavano è affondato al largo delle coste turche. Il mezzo - riferisce l'agenzia turca Anadolu - avrebbe registrato un'avaria nel distretto di Demre, all'estremità del golfo di Antalya, zona molto frequentata dai turisti. Cinque persone sono state tratte in salvo e una è tuttora dispersa. Secondo l'altra agenzia turca, Dogan, i migranti stavano cercando di raggiungere l'Europa anche se la meta precisa non è nota.
L'approdo in un paese Ue più vicino alla loro rotta sarebbe stata la piccola isola greca di Kastellorizo, di fronte alla cittadina turca di Kas. Le identità e la nazionalità delle vittime non sono state rese note. Mentre avvenivano questi drammi, i servizi di salvataggio marittimo spagnoli salvavano 240 migranti partiti dal Nord Afica a bordo di 11 barche. Uno degli immigrati è annegato. Lo riferiscono gli stessi servizi i quali precisano che gli agenti hanno notato un cadavere galleggiare dopo aver salvato 41 migranti da un barcone che stava affondando.
Gli altri sopravvissuti sono stati recuperati dalle altre imbarcazioni avvistate tra ieri e oggi. Nel 2015 il tratto di mare fra Turchia e Grecia fu teatro di una drammatica migrazione di massa di profughi provenienti soprattutto dalla Siria. Un flusso di quasi un milione di persone in larga parte interrotto da un controverso accordo tra Ue e Turchia, che si e' impegnata a fermare le partenze in cambio di aiuti economici ed altre concessioni.
Tuttavia, i numeri degli sbarchi sulle isole greche hanno iniziato a risalire negli ultimi mesi, con situazioni assai critiche in particolare sull'isola di Lesbo. Secondo le ultime stime dell'Onu, sono 660 i migranti morti quest'anno mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo. Nei primi 4 mesi del 2018 mentre un totale di 22.439 migranti hanno raggiunto le coste europee.