Sanità, Napoli: scomparso nei Pronto soccorso il codice bianco
In molti casi i medici non lo emettono più per timore di aggressioni e violenze. O lo fanno "di nascosto", innescando Equitalia...
Strattonati, insultati e picchiati fino a dover essere loro stessi ricoverati. I medici dei Pronto Soccorso degli ospedali di Napoli sono esasperati e non emettono più il "codice bianco" per paura di essere aggrediti da pazienti che non vogliono pagare il ticket per la prestazione medica.
Accade ormai da mesi, in particolar modo durante le ore notturne, sia all'ospedale Loreto Mare che al Pellegrini e persino al più conosciuto Cardarelli, dove moltissimi medici e infermieri sono vittime di aggressioni da parte di camorristi e di piccoli boss di quartiere che esigono di essere visitati immediatamente e senza pagare.
Strutture sotto assedio
"Gli ospedali napoletani sono sotto assedio dei delinquenti", spiega a Panorama.it Francesco Borrelli, consigliere della Regione Campania e membro della Commissione Sanità. "I medici sono impauriti e, viste le feroci aggressioni che hanno già dovuto subire, hanno difficoltà a comunicare a questi soggetti che devono pagare un ticket per una visita che non è stata effettuata in codice rosso. Non solo, talvolta omettono di comunicare il codice bianco anche a pazienti che mostrano anche solamente un atteggiamento aggressivo, sempre per paura di reazioni violente”.
Le cartelle di Equitalia
Il costo di una visita effettuata in Pronto Soccorso in regime di "codice bianco" va mediamente dai 25 ai 50 euro, ma se il ticket dovuto non viene pagato nell’immediato della prestazione o nei giorni seguenti, l’Azienda sanitaria delega a Equitalia la riscossione della cifra dovuta. Altro atteggiamento diffuso nel capoluogo campano, dove tra l'altro si è scatenato proprio in questi giorni l'invio di cartelle esattoriali con importi maggiorati di quasi il doppio, ovvero con cifre che oscillano tra gli 80 e i 100 euro. La questione è approdata in Commissione Sanità della Regione Campania e in molti casi ha di fatto alla base sempre un atteggiamento "remissivo" da parte dei medici: "Dopo tante aggressioni e minacce, con pure danneggiamenti alle strutture ospedaliere", prosegue Borrelli, "ci è stato segnalato direttamente da diversi medici e infermieri che preferiscono non comunicare ai pazienti che c'è un ticket da pagare, salvo poi emetterlo. Purtroppo questi medici sono abbandonati a se stessi e rischiano la vita, quindi il loro è un atteggiamento comprensibile".
Il loro silenzio fa però poi scattare l'azione di Equitalia…
"Sì, purtroppo questa omissione produce l'effetto che dopo diverso tempo Equitalia, e con una notevole maggiorazione della spesa, invii bollettini di riscossione creando la rabbia e la protesta dei destinatari, alcuni dei quali sono appunto ignari di dover pagare il ticket. In alcuni Pronto soccorso, però, vi sono delle comunicazioni chiare appese nelle sale d’attesa, ma molti non le leggono o non le prendono comunque in considerazione".
A suo avviso come si potrebbe risolvere il problema?
"Presidiando gli ospedali con le Forze dell’Ordine. A Napoli c’è una violenza diffusa che non poteva non interessare anche i presidi ospedalieri della città. Molti camorristi si presentano nel cuore della notte ai Pronto soccorso semplicemente per un banale mal di pancia e pretendono con la forza di essere visitati senza aspettare il proprio turno, passando avanti anche a pazienti gravi in codice rosso. Quindi sarebbe opportuno, da parte del Governo, valutare l’opportunità di un servizio e di una presenza costante di militari all’interno dei nosocomi della città per poter garantire un serio e corretto servizio di assistenza sanitaria e al tempo stesso tutelare l’incolumità dei medici e degli infermieri".