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(Ansa)
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Se la scuola chiude ai «fascisti» ma apre a Cospito

In un istituto di Roma parlerà il legale del detenuto al carcere duro in un convengo contro il 41 bis. E nessuno protesta, nessuno prova ad equilibrare la cosa. Eppure, basterebbe poco

Siamo reduci da una settimana che ha avuto al centro delle cronache e delle polemiche politiche il pestaggio (dai contorni tutti ancora da appurare vista la ridda di versioni esistenti) avvenuto tra studenti di destra contro altri di sinistra all'esterno di un Liceo di Firenze. Un fatto deprecabile che ha ottenuto le prime pagine dei giornali per la successiva circolare inviata agli studenti dalla Preside dell'Istituto che parlava di deriva e pericolo fascista nella scuola ed in Italia.

Inutile dire che Annalisa Savino, la direttrice della scuola, è stata subito assunta a paladina di libertà, diritto, difesa del bene e del giusto e non solo dal mondo politico-giornalistico di sinistra. Al suo fianco infatti si è schierata ad esempio l'associazione nazionale presidi: «La lettera della preside del liceo di Firenze, Annalisa Savino, è un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana» hanno scritto.

Verrebbe da chiedere ad entrambi, alla novella paladina del bene e del giusto, ed ai vertici dell'associazione cosa ne pensano invece dell'iniziativa di un altro Istituto Superiore di Roma, il Mamiani dove è stato invitato a parlare l'avvocato di Alfredo Cospito, il leader anarchico in sciopero della fame da quasi quattro mesi per protestare contro il regime di carcere duro, il cosiddetto 41 bis, a cui è stato condannato come confermato pochi giorni fa dalla Cassazione. Per l'ennesima volta.

Tutto nasce dall'iniziativa del Collettivo Autorganizzato Mamiani che ha dedicato a questo tema un'assemblea degli studenti, invitando appunto il legale di Cospito. Se pensate si tratti di un appuntamento «super partes» con il quale si vuole fare informazione chiara ed approfondita sul tema beh, sappiate che gli stessi componenti del Comitato hanno con orgoglio affermato che «Abbiamo aderito alle piazze in suo sostegno esprimendo fermamente la nostra opposizione alla sua detenzione forzata».

Insomma, vista l'aria che tira l'assemblea si trasformerà più che in uno spazio di formazione e confronto in un assalto al 41 bis, per la gioia di Cospito, di qualche decina di boss mafiosi.

Il Preside della scuola si è limitato a dare l'autorizzazione all'incontro, con il benestare alla lista degli ospiti. E con questo se ne sono lavati le mani. Resta il fatto che, ancora una volta, si lascia spazio aperto alla politica dentro quello che è il luogo sacro dell'educazione e della formazione. Resta in fatto che se una cosa del genere invece che in favore di un anarchico fosse stata organizzata a favore di un estremista di destra avremmo avuto i picchetti contrari (come accaduto alla Sapienza, lo ricordate) al grido di «Fuori i Fasci dalla scuola!».

Che esista una disparità politica nel mondo della scuola è risaputo, da sempre. E forse non è più nemmeno un errore portare la politica DENTRO la scuola. Il problema è che non c'è equilibrio, c'è semper e solo una campana, tra l'altro sempre quella. Eppure sarebbe stato semplice riequilibrare il tutto.

Sarebbe bastato che il Preside avesse imposto ai ragazzi del Comitato di invitare anche Roberto Adinolfi, l'ex dirigente di Ansaldo, gambizzato con lo stile delle Brigate Rosse proprio da Cospito. Per completezza di informazione e soprattutto di «formazione» dei ragazzi che, devono capire bene chi sia la vera vittima.

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Andrea Soglio