Serena Bortone e il giallo dello specchio con la firma del Pistoletto
La conduttrice Rai è l'oggetto, firmato dall'artista nel corso di una trasmissione, finito nella sua abitazione. L'ipotesi che possa aver violato il codice etico dell'azienda di Stato
Serena Bortone, la conduttrice televisiva della Rai al centro delle polemiche per il caso del monologo di Antonio Scurati secondo la sua denuncia "censurato" dalla tv di Stato, torna a far discutere. Questa volta per uno specchio autografato dall'artista di arte povera Michelangelo Pistoletto negli studi tv nel corso di una puntata di Oggi è un altro giorno, nel marzo 2023, è finito nel salotto di casa sua. Con possibile contestazione circa un'eventuale violazione dei doveri dei dipendenti della Rai.
Tutto nasce nel corso della trasmissione del marzo 2023 quando Pistoletto aveva disegnato sullo specchio, scelto dalla produzione e poi scartato perché troppo piccolo, alcuni schizzi poi certificati con la sua firma: «Tutto può diventare opera d’arte. Io questo poi me lo porto a casa: è mio lo specchio», aveva chiosato la Bortone. L'oggetto è finito immortalato in una foto a corredo di un articolo die la Repubblica nell'abitazione della giornalista e da lì è iniziata la polemica.
E' probabile, infatti, che nel frattempo lo specchio autografato dal Pistoletto abbia acquisito valore commerciale essendo opera di un artista riconosciuto. A viale Mazzini il tutto non è passato inosservato tanto che, secondo le ricostruzioni, sarebbe in corso una valutazione su una presunta violazione del codice etico dell'azienda, nel passaggio in cui prevede che «ciascun esponente aziendale e collaboratore non può sfruttare nella vita sociale la posizione che ricopre per ottenere vantaggi economici o di qualsivoglia genere ovvero utilità che non gli spettino».
Non c'è al momento notizia di alcun atto ufficiale di contestazione. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera alcuni collaboratori della Bortone hanno spiegato che lo specchio proveniva dalla casa della nonna della giornalista ed era stato portato in studio "sapendo come si sarebbe svolta l'intervista. Si deve considerare allora un bene anche un autografo di un autore su un libro?».