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Chi era Giulio Regeni, morto al Cairo, che scriveva articoli di denuncia

Gli studi all'estero, la conoscenza delle lingue, il legame con la famiglia. E nuovi particolari sui suoi scritti sulle lotte sindacali

'Il figlio che tutti vorrebbero", "un ragazzo serio, intelligente e con grandi capacità. Una bella persona'', e ancora, il giovane "determinato ma solidale", "appassionato di Medio Oriente" ma conoscitore del mondo, un giovane a suo agio dovunque.

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Il ritratto che amici e parenti fanno di Giulio Regeni non è né comune né formale. Lo studente friulano di 28 anni, dottorando alla Cambridge University, scomparso al Cairo il 25 gennaio e ritrovato senza vita ieri alla periferia della capitale egiziana, era il classico "ragazzo d'oro", figlio di una comunità friulana piccola (5.000 abitanti), operosa e coesa.

Gli articoli

Ma ora emergono altri particolari sulla sua vita, che potrebbero far luce sulle cause della tragica fine. Giulio Regeni aveva scritto più volte per il quotidiano il Manifesto, sotto pseudonimo e "aveva preferito non firmare gli articoli perché "aveva paura per la sua incolumità". Lo ha detto ai microfoni di Radio Popolare Giuseppe Acconcia, collaboratore del quotidiano, che conosceva il giovane trovato morto al Cairo. "Giulio si occupava soprattutto di movimenti operai e di sindacalismo indipendente", ha raccontato Acconcia all'emittente; il giovane, inoltre, aveva contatti con l'opposizione egiziana.

Acconcia ha anche sottolineato l'importanza della testimonianza di una giornalista egiziana che avrebbe visto uno straniero arrestato alla fermata della metropolitana di Giza, al Cairo, dove nel 2013 - proprio nell'anniversario della rivoluzione - c'erano state manifestazioni degli islamisti contro il regime egiziano. "Può essere che Giulio fosse andato lì proprio per vedere se ci fossero ancora manifestazioni", ha aggiunto Acconcia. Domani il Manifesto pubblicherà un articolo sui movimenti operai egiziani che Regeni aveva inviato qualche giorno fa

L'infanzia e gli studi

Doti notevoli quelle di Giulio: dai 12 ai 14 anni era stato sindaco dei ragazzi del suo comune, poi aveva lasciato Fiumicello per frequentare il liceo a Trieste, al Petrarca. Poi, l'estero: una borsa di studio, gli ultimi tre anni di liceo nel New Mexico, negli Stati Uniti, nel Collegio del Mondo Unito. Infine l'Università in Inghilterra. Prima a Oxford dove ha conseguito una laurea a indirizzo umanistico e poi il dottorato a Cambridge, che lo aveva portato al Cairo, a settembre dove faceva ricerche per una tesi sull'economia locale.

Appassionato di studi sul medio oriente, capace di parlare arabo e inglese alla perfezione, aveva vinto due premi nel 2012 e nel 2013 al concorso internazionale ''Europa e giovani'' promosso dall'Istituto regionale per gli studi europei per ricerche e approfondimenti sul Medio Oriente. Nonostante la lontananza, era molto legato a Fiumicello, gli amici lo ricordano sempre pronto a raccontare esperienze, eventi di una vita molto distante dal piccolo centro friulano. Dove vivono la mamma Paola, candidata alle ultime elezioni a sostegno del sindaco Ennio Scridel, il papà Claudio e la sorella Irene, atleta che fa parte della squadra di pattinaggio locale, con cui era sempre in contatto.(Ansa)

L'ingresso della sala mortuaria dove è statop portato il corpo di Giulio Regeni al Cairo, 4 febbraio 2016.

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Redazione Panorama