Sesso, prostituzione e bordelli. Così funziona in Europa
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Sesso, prostituzione e bordelli. Così funziona in Europa

Anche Londra pensa di criminalizzare i clienti dell'industria sessuale. Paese per Paese, il mercato Ue delle lucciole va dal certificato di sana e robusta costituzione in Grecia al carcere duro per gli sfruttatori in Romania

La regolamentazione del business della prostituzione sembra essere il nuovo cavallo di battaglia per i Paesi del nord Europa. Ha cominciato la Francia , dove l'Assemblea nazionale sta dibattendo nuove norme che aboliscono le misure repressive nei confronti delle prostitute introdotte nel 2003 da Nicolas Sarkozy e che - allo stesso tempo - prevedono una penalizzazione per i clienti delle lucciole, che potrebbero arrivare a pagare multe fino a 1.500 euro. E a ruota adesso si apre il dibattito anche nel Regno Unito, dove un gruppo di parlamentari , affiancati dalle ong per i diritti delle donne, hanno chiesto al governo di prendere la strada del "modello nordico", e di rendere reato la fruizione della prostituzione.

In linea con Parigi, anche a Londra da più parti viene chiesto di criminalizzare il "comprare sesso" e di legalizzare il "venderlo". Secondo molti deputati la Gran Bretagna rischia di diventare un "magnete" di attrazione per la prostituzione, perché le sue regole non sono severe e permettono - di fatto - uno sfruttamento schiavistico delle donne da parte dei clienti e dei loro aguzzini.

Ma i vertici di Scotland Yard si sono detti contrari a seguire il cosiddetto "modello nordico", perché sostengono che simili misure renderebbero impossibile per le forze di polizia intervenire per "bloccare" il traffico delle prostitute e, allo stesso tempo, le nuove misure potrebbero creare una situazione di pericolo proprio per le lucciole. Vendere sesso non è un reato nel Regno Unito, ma lo sono determinate attività legate alla prostituzione, come l'adescamento, lo sfruttamento e la gestione di bordelli.

Ma vediamo adesso, Paese per Paese, come funziona nel resto d'Europa.

La prostituzione è completamente illegale in Croazia e in Lituania. In Croazia prostitute e sfruttatori pagano multe molto salate e il governo sta valutando un progetto di legge per punire anche i clienti delle lucciole.

In Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Spagna, Portogallo, Italia, Danimarca, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Estonia e Lettonia la prostituzione non è reato, ma l'adescamento, lo sfruttamento e la gestione dei bordelli lo sono. In particolare, in Danimarca la prostituzione è stata decriminalizzata nel 1999 per coloro che hanno più di 18 anni. Ma lo sfruttamento è tuttora illegale. Coloro che operano nel settore del sesso non possono avere accesso ai sussidi statali, perché la loro non è riconosciuta come una "professione" legittima, però - di contro - sono obbligati a pagare le tasse.

In Ungheria la prostituzione è stata decriminalizzata nel 1993, dopo essere stata considerato come un reato durante tutta l'epoca comunista. Tuttavia, lo sfruttamento della prostituzione resta illegale anche a Budapest. In Bulgaria la prostituzione è tecnicamente legale, ma è illegale incoraggiare qualcuno a lavorare nell'industria del sesso e a organizzare giri di prostitute e traffico di "esseri umani" volto al mercato della prostituzione. In Lettonia la prostituzione è legale e le prostitute devono sottoporsi a controlli sanitari ogni mese. Ma i bordelli sono illegali e non possono essere aperti.

In Francia, Svezia e Norvegia è illegale comprare sesso, anche se le prostitute non commettono reato. I clienti delle lucciole possono essere puniti con sanzioni pecuniarie. In Francia la prostituzione è legale, ma lo sfruttamento no. Una misura recentemente approvata in parlamento introduce multe per i clienti. La legge mira a criminalizzare i fruitori dell'industria del sesso. La Svezia è la capofila del cosiddetto "modello nordico". Dal 1999 è illegale comprare servizi sessuali, ma non è illegale venderli. La Norvegia ha seguito a ruota la Svezia nel 2009, con una legislazione identica a quella di Stoccolma.

Sono sei i Paesi che seguono il modello svedese: Irlanda, Finlandia, Belgio, Olanda, Romania e Cipro. In Irlanda la prostituzione è legale, ma non lo è lo sfruttamento. Quest'anno la legge sull'industria del sesso è stata emendata dopo un lungo lavoro del dipartimento della Giustizia, che ha raccomandato la criminalizzazione dei clienti del sesso, in maniera tale da far diminuire la domanda di servizi sessuali. In Finlandia la prostituzione è legale per i maggiorenni, ma le case chiuse e la vendita di prestazioni sessuali in luogo pubblico è reato. Il ministero della Giustizia ha recentemente chiesto al governo un decreto per "vietare l'acquisto" di servizi sessuali e punire con multe salate i clienti delle lucciole. In Belgio la gestione dei bordelli è illegale, ma nella pratica la legge non viene sempre applicata e le case chiuse possono operare in determinate città. Il governo sta pensando adesso di mettere mano alla legge in un'ottica puramente svedese. 

L'Olanda ha regolamentato il settore dell'industria del sesso nel 2000, con case chiuse e attività di prostituzione considerate legali. Ma quest'anno è stato presentato un nuovo progetto di legge al Senato che, qualora passasse, rendere illegale ottenere permessi per attività sessuali, a meno che non si abbia una particolare "dispensa" dalle autorità locali.

In Romania la prostituzione è illegale e lo sfruttamento comporta pene fino a 20 anni di carcere. Il prossimo anno il Parlamento rumeno dibatterà una legge che vieta la fruizione di servizi sessuali, con l'intento di combattere il traffico di donne. A Cipro la prostituzione è legale, ma il traffico di esseri umani per il mercato del sesso e le case chiuse sono illegali. Il governo cipriota sta valutando di seguire la rotta della Svezia per controllare le attività sessuali. Con il prossimo anno si dibatterà un progetto di legge in Parlamento.

Infine, la prostituzione e le attività legate all'industria del sesso sono completamente decriminalizzate e regolamentate in Germania, Austria e Grecia. In Germania la prostituzione è stata legalizzata nel 2002, con lo scopo di mettere nelle mani delle prostitute il controllo della loro attività, attraverso contratti legali e coperture assicurative. Ma in pochi hanno aderito all'iniziativa e il "mercato nero" è ancora molto florido. I bordelli devono essere registrati, ma lo sfruttamento della prostituzione è ancora considerato un reato.

In Austria la prostituzione è legale e le prostitute devono essere regolarmente registrate, controllate settimanalmente a livello sanitario e devono pagare le tasse. Una legge feerale monitora le case chiuse a seconda di regioni e città. In Grecia la prostituzione è legale per le persone maggiorenni e può essere svolta in regolari case chiuse. Gli operatori dell'industria del sesso devono essere registrati e avere un certificato di "sana e robusta costituzione", che viene periodicamente verificato dalle autorità.

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Anna Mazzone