Lo sgombero dei rifugiati a Roma e la replica del capo della polizia
Franco Gabrielli riconosce la gravità dei fatti. Punta però il dito contro chi ha consentito di vivere in condizioni sub-umane nel centro della Capitale. Ecco cosa ha etto
Lo sgombero di migranti effettuatto a Roma tra tensioni e scontri ha acceso polemiche. Dito puntato contro le forze dell'ordine, accusate di aver usato violenza nel disperdere un centinaio di rifugiati e richiedenti asilo eritrei, da alcuni giorni accampati in piazza Indipendenza.
Inevitabile la risposta del capo della polizia Franco Gabrielli. Che riconosce la gravità dei fatti ma non ci sta a fare il parafulmine: le vere responsabilità sono di chi ha acconsentivo che si vivesse in condizioni degradanti nel centro della città (leggi: l'amministrazione comunale della Capitale?).
Ecco cos'è successo a Roma e la replica di Gabrielli.
Cos'è successo a Roma
Alle prime luci dell'alba, nella mattina di giovedì 24 agosto, in piazza Indipendenza a Roma la polizia ha dato luogo a uno sgombero di rifugiati e richiedenti asilo eritrei, lì accampati. Sono volati getti d'acqua, manganellate e parole pesanti.
"Devono sparire, se tirano qualcosa spaccategli un braccio": è la frase chock pronunciata da un funzionario della polizia mentre rincorreva i migranti.
Dopo che gli occupanti sono stati allontanati, un gruppo si è nuovamente radunato e ha tentato di bloccare il traffico in piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini. Sono stati lanciati oggetti e sassi contro gli agenti in tenuta antisommossa, che li hanno poi dispersi. L'operazione si è conclusa attorno alle 14.
"Ci hanno preso per i capelli", hanno denunciato alcune donne eritree, definendo l'Italia un Paese fascita. Alcune sono rimaste contuse e hanno necessitato di cure ospedaliere.
Cosa dice il capo della polizia
Dalla piazza, le tensioni si sono propagate nel mondo politico, in un fuoco incrociato di dichiarazioni di accusa o di difesa degli agenti. Inevitabile il commento del capo della polizia Franco Gabrielli, intervistato da Repubblica.
"La frase pronunciata in piazza è grave, quindi avrà delle conseguenze", ha detto Gabrielli. "Abbiamo avviato le nostre procedure interne e non si faranno sconti".
Il direttore generale della pubblica sicurezza però non accetta che la polizia venga usata come capro espiatorio: "Ritengo altrettanto grave che l'idrante e le frasi improvvide pronunciate durate la carica diventino una foglia di fico. La gravità di quello che è successo in piazza non può diventare un alibi per coprire altre responsabilità, altrettanto gravi. E non della polizia", ma "di chi ha consentito a un'umanità varia di vivere in condizioni sub-umane nel centro della capitale. E dunque che si arrivasse a quello che abbiamo visto".
Gabrielli fa quindi riferimento a quanto, due anni fa, da prefetto di Roma, aveva stabilito una road map per trovare soluzioni alle occupazioni abusive: erano in programma oltre 130 milioni di euro per soluzioni alternative alle occupazioni abusive. "Qualcuno sa dirmi che fine ha fatto quel lavoro, e se e come sono stati impegnati quei fondi?", è la sua domanda sibillina.