Siria: Al Nusra e l'Isis passano all'attacco
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Siria: Al Nusra e l'Isis passano all'attacco

A cosa è servito il cessate-il-fuoco? Da allora le opposizioni si sono rinforzate infliggendo perdite pesanti ai governativi e ai loro alleati russi

Per Lookout news

Dopo il cessate-il-fuoco introdotto il 27 febbraio sulla Siria per volere della comunità internazionale, sono ripresi durissimi scontri e importanti manovre militari, praticamente in ogni settore dove si combatte. La terza settimana di maggio, in particolare, segna un’escalation nel conflitto a danno soprattutto dei governativi e dei russi.

 Sebbene siano ben 59 i gruppi armati che hanno aderito al processo di riconciliazione che ha avuto inizio proprio con l'introduzione del cessate-il-fuoco, quest’ultimo non si applica alle principali forze antagoniste al governo di Damasco, ovvero il Fronte Al Nusra e lo Stato Islamico, che continuano i loro sforzi per recuperare il terreno.

 

ISIS attacca la base russa T4
E così, dopo l’ondata di attacchi suicidi e autobombe a firma dell’ISIS che lo scorso 23 maggio hanno fatto strage a Tartus e Jableh - regione di Latakia, cuore dei feudi del governo di Damasco dove posizionate anche le forze armate russe - oggi si apprende di un nuovo pesantissimo attacco a danno dei russi.

 La scorsa settimana lo Stato Islamico ha colpito duro la base aerea russa T4, situata tra Homs e Palmira, distruggendo 4 elicotteri d’assalto e 20 camion da trasporto, e danneggiando seriamente alcuni aerei siriani e un deposito logistico. Fonti russe hanno inizialmente parlato di un incendio nella base ma le immagini satellitari statunitensi, escludendo un sabotaggio dall’interno, suggeriscono piuttosto uno scenario in cui la base T4 è stata vittima dei colpi d’artiglieria dei miliziani di Al Baghdadi.

Il Fronte Al Nusra punta su Aleppo
Mentre l’ISIS prosegue la violentissima campagna di primavera intitolata ad Abu Ali Al Anbari, importante gerarca del Califfato, anche il Fronte Al-Nusra si ricompatta intorno alla città di Aleppo, che rimane il punto più caldo delle attività di Al Nusra. Qui i jihadisti hanno raccolto una forza di circa 6.000 combattenti, in preparazione di un’imminente offensiva. Lo scopo, secondo Mosca, è bloccare le truppe governative in città bersagliandole da est e impedire l’accesso alla città di Nubl da nord, per tagliare i rifornimenti agli assadisti.

Oltre che intorno ad Aleppo, i miliziani hanno rivitalizzato i propri sforzi anche nelle province di Latakia e Hama, mentre si segnalano movimenti importanti alle porte di Damasco. A Ghouta e Darayya, sobborgo di Damasco, i combattenti di Al Nusra e i loro affiliati sono riusciti a riorganizzarsi e rafforzare le loro posizioni, grazie a nuovi rifornimenti di armi e munizioni.

 Dunque, il teatro di guerra siriano si complica non poco per i russi, che devono fare i conti con il fatto che il cessate-il-fuoco è stato controproducente sotto molti punti di vista. È evidente, infatti, che le opposizioni hanno sfruttato la calma apparente per ricevere nuovi rifornimenti di armi e mezzi camuffati da vettovagliamenti e aiuti umanitari per la popolazione, con i quali hanno ora l’opportunità e l’intenzione di proseguire la guerra.

Le prospettive dello scontro in atto
Mentre le operazioni dei russi e degli uomini di Damasco si stanno concentrando lungo la provincia di Homs, nel deserto siriano verso Raqqa, è però Deir al-Zour, la città contesa sulla strada per il confine con l’Iraq, il vero punto di svolta possibile. Qui l’esercito di Assad è rimasto a lungo isolato e non ha potuto far altro che tentare di mantenere la posizione, per evitare di consegnare l’intera provincia allo Stato Islamico.

 Questi nuovi rivolgimenti e le perdite subite dai governativi e anche dai russi, ci consegnano una primavera di sangue che certifica le crescenti difficoltà del regime siriano di tenere testa a un’opposizione più resiliente e coriacea di quanto ci si aspettasse.

 Chi e come abbia rifornito le prime linee dei jihadisti durante il cessate-il-fuoco non è dato sapere, ma è ormai praticamente certo che sia accaduto. Il che dovrebbe far riflettere seriamente sull’opportunità di insistere con questa fallimentare strategia di guerra, che invece di portare a una cessazione delle ostilità, ha soltanto radicalizzato lo scontro facendo emergere definitivamente il Fronte Al Nusra e lo Stato Islamico quali protagonisti assoluti dell’opposizione al regime di Assad.

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Luciano Tirinnanzi