Sms per i terremotati: a cosa serviranno i soldi raccolti
La denuncia del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, riaccende un faro sui 32 milioni donati con sms solidali. Ecco a cosa sono destinati
UPDATE: "Dei circa 33 milioni di euro raccolti con gli sms solidali neanche uno è arrivato ad Amatrice, Accumoli, Aquata e agli altri comuni colpiti dal terremoto del 2016". Con questa denuncia il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi il 24 settembre ha riaperto la questione dei fondi ai paesi terremotati. Dove sono finiti quei soldi raccolti dalla protezione civile con le donazioni fatte dagli italiani al numero 45500? "Nessun euro è sparito" ha dichiarato la Protezione Civile. I soldi sono stati stanziati per le finalità previste. Quali? In un articolo del 14 luglio ve li raccontavamo. Ecco dunque per cosa saranno utilizzati quei soldi. Quando verranno sbloccati.
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Con il cuore della gente, non si gioca. Stiamo parlando del ricavato degli sms solidali che gli italiani hanno donato per l'emergenza terremoto: 32 milioni di euro offerti con sensibilità e generosità per ricostruire i territori devastati prima dal terremoto del 24 agosto scorso e poi dalle scosse del 26 e 30 ottobre, e che hanno messo definitivamente in ginocchio il centro Italia. E ora?
Chi è andato in quei luoghi ha ancora impresso l’odore acre e pungente della polvere delle macerie e le immagini dei soccorritori che piangevano discretamente, in un angolino, per non farsi vedere, affranti e disperati per non esser riusciti a salvare vite, ma solo a trovare corpi di donne, anziani e bambini sepolti vivi dalle loro case, mentre cercavano di scappare. Vite amputate. Sogni spezzati. Famiglie distrutte.
Un’area di 250 chilometri quadrati dove interi paesi sono stati polverizzati. E laddove non ci sono stati morti, la terra ha sgretolato case, costruite con tanti sacrifici e sudore. Subito, come il popolo italiano sa ben fare, è scattata la solidarietà. Il cuore dell’Italia pulsava. E pulsa. Così anche con gli sms solidali. Due euro, per l’emergenza sisma. Tre attivazioni per il numero solidale 45500 attivato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri con il patrocinio del Quirinale che ha raccolto 32 milioni di euro. Ma che fine hanno fatto i soldi?
Cinque milioni (non è ancora accertato) potrebbero rimanere ai gestori delle compagnie telefoniche. I rimanenti 27 milioni verranno ripartiti nelle quattro regioni colpite dal sisma: 17,5 milioni alla Marche, il resto a Lazio, Abruzzo e Umbria.
Le opere finanziate
Il punto è per cosa saranno utilizzati quei soldi e qui già si storce il naso. Fino al 13 luglio alle ore 16:30 questo era l’elenco delle opere finanziate dalle Marche:
- 5,5 milioni di euro per una pista ciclabile che collega Civitanova e Sarnano.
Stiamo parlando della costa con i monti per “creare turismo, valore aggiunto alle attività produttive, facilitazioni delle imprese”, come ha dichiarato Cesare Spuri, commissario regionale Marche per la ricostruzione post terremoto, d’intesa con Luca Ceriscioli, presidente della Regione Marche e la giunta. C'è da dire che il progetto era iniziato prima del terremoto e già il consiglio regionale lo aveva bocciato. Viene il dubbio che senza la ricostruzione difficilmente una pista ciclabile possa portare turismo e incentivare le attività commericali in misura così significativa. - 1,5 milioni di euro per 7 elisuperfici occasionali a Montegallo, Montemonaco, Comunanza, Montegiorgio, Fiastra, Aquasanta e Visso.
Nelle Marche ci sono 30 elisuperfici gestite dalla Regione (sono 229 in tutta Italia), alcune sorte nel 1998 dopo il terremoto del 1997 che comunque sono rimaste quasi inutilizzate dai mezzi di soccorso durante il terremoto. Alcune elisuperfici, inaugurate anni fa, ospitavano i nuovi modelli di elicotteri della Augusta-Westland, ex Finmeccanica ora Leonardo, società in cui il maggior azionista è il Ministero dell’Economia e Finanze. - 5 milioni di euro per ammodernamento della Valdaso, una zona totalmente estranea al cratere sismico.
- 3 milioni di euro per il recupero della grotta sudatoria di Acquasanta terme: si tratta di una grotta termale, chiusa da venti anni, di proprietà della Regione ma già rientrante nel piano di recupero dal Fai (Fondo ambientale italiano) e Intesa San Paolo, con la collaborazione del Mibact, Ministero dei beni e attività culturali e turismo. Inoltre è bene ricordare che per i prossimi dieci anni, la Presidenza del Consiglio ha deliberato che l’8 x1000 allo Stato verrà utilizzato per il ripristino del patrimonio storico e artistico nelle zone colpite dal sisma.
- 2 milioni di euro per l’attività commerciale di Visso, nella zona del Park Hotel: questo Hotel era stato già reso inagibile dal sisma del 1997 e mai rimesso in sicurezza.
- 250 mila euro per il completamento della scuola di Pieve Torina
- 250 mila euro per il completamento degli interventi nella scuola di Montegallo.
I soldi rimanenti verranno destinati alla ricostruzione di municipi e di chiese in alcune zone del cratere sismico
La retromarcia sulla pista ciclabile
Dopo la comprensibile protesta dei terremotati e la pressione mediatica suscitata dallo scalpore di destinare oltre 5 milioni di euro degli sms donati per solidarietà per la realizzazione di una pista ciclabile, che era stata già bocciata dal consiglio regionale, escludendo totalmente Arquata del Tronto, rasa al suolo dal sisma con 49 vittime, il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, ha fatto retromarcia.
La mattina del 13 luglio dichiarava convinto, “il progetto della ciclovia è stato richiesto da circa 20 sindaci” e “ricostruire non significa sistemare quello che è stato distrutto dal sisma ma anche creare nuove opportunità di attrazione e lavoro”.
La risposta del Governatore Ceriscioli a chi gli chiedeva conto su Facebook dei 5 milioni di euro per il ripristino di una pista ciclabileFacebook
Poi in serata, dopo la costernazione e la rabbia dei cittadini ha dichiarato "il gesto della donazione con gli sms solidali è una scelta preziosa e importante che la politica e le istituzioni hanno il dovere di preservare. Per questi la ciclovia verrà finanziata con le risorse strutturali europee. I 5 milioni verranno utilizzati per le scuole e il recupero del municipio di Arquata del Tronto”.
Il rischio di un grave precedente
Il rischio è alto: la gestione errata o poco controllata di 32 milioni di euro donati dagli italiani per andare incontro alle popolazioni rimaste senza nulla, può rivelarsi un boomerang. La gente è ancora senza casa. Molte famiglie vivono nei contaneir con il caldo afoso dell'estate e le stalattiti di ghiaccio dell’inverno. Altre vengono sballottate come pacchi postali da un albergo a un altro. Le strade sono ancora interdette e squarciate. Le gallerie ancora distrutte. Sembra sia cambiato nulla dal terremoto di quasi un anno fa.
Se i soldi non venissero spesi bene si rischia di creare un precedente pericoloso per cui gli italiani, alla prossima infausta occasione, potrebbero decidere di non donare per la paura di veder gestiti poi male i propri denari.