Perotti lascia l'incarico di commissario alla spending review
Le dimissioni annunciate ieri sera in Tv, ma date sabato. La rottura con il premier Renzi causata dal tema delle agevolazioni fiscali
Non un fulmine a ciel sereno, perché dopo la presentazione della Legge di Stabilità erano già circolate voci su un suo dissenso, ma un annuncio dato personalmente in Tv quarantotto ore dopo le dimissioni ufficiali: Roberto Perotti, professore di economia politica all'Università Bocconi e figura di spicco nella squadra dei consulenti economici di Palazzo Chigi, lascia l'incarico di commissario alla spending review.
Il motivo della discordia
In tandem con il deputato Pd Yoram Gutgeld, Perotti aveva ricevuto da Matteo Renzi l'incarico di seguire il tema dei tagli alla spesa pubblica dopo l'addio di Carlo Cottarelli, ma nell'ultimo periodo - come lui stesso ha dichiarato durante la trasmissione "L'erba dei vicini" - non si sentiva più "molto utile" all'azione di governo.
A segnare le distanze dal premier è stata soprattutto la decisione di Renzi di non intervenire sulle "tax expeditures", ovvero le agevolazioni fiscali sulle quali Perotti aveva particolarmente lavorato nel suo ruolo di commissario. Con il dissidio sul tema che era stato rivelato dallo stesso presidente del consiglio lo scorso 15 ottobre, mentre spiegava ai media i dettagli della Legge di Stabilità: "Cè stata un discussione aperta sulle 'tax expenditures' al termine della quale abbiamo scelto con dispiacere di non intervenire. Spero che Roberto continui a lavorare con noi". Ma Perotti ha quindi deciso diversamente.