La storia del processo Dell'Utri
Dal 1997 ad oggi tappa per tappa il percorso del processo all'ex senatore per concorso esterno in associazione mafiosa
Il processo per concorso esterno in associazione mafiosa che ha coinvolto Marcello Dell'Utri è uno dei casi più lunghi, drammatici, controversi della vita politica e giudiziaria degli ultimi anni del nostro paese. E che ci lascia un problema giudiziario ancora da risolvere.
5 novembre 1997
Inizia a Palermo il processo in cui Marcello Dell’Utri è imputato di concorso esterno in associazione mafiosa (articoli 110 e 416 bis del Codice penale). Le indagini sono partite nel 1994 e il rinvio a giudizio è avvenuto nell’ottobre 1996: in aula, per sette anni, si dibatterà del presunto operato di Dell’Utri a sostegno di Cosa nostra dal 1982 all’ottobre 1996. Nel corso delle udienze viene convenzionalmente indicata come «stagione politica» dei fatti a lui ascritti quella che parte dal 1992.
11 dicembre 2004
Alla fine del primo grado, Dell’Utri viene condannato a 9 anni di reclusione: l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa viene confermata per tutti i fatti individuati dal 1982 fino al 1996. Di quel periodo viene setacciata anche l’attività dell’imputato nella «stagione politica» dal 1992 in poi: dai suoi rapporti con Silvio Berlusconi divenuto premier fino alle presunte pressioni indebite che Dell’Utri avrebbe ricevuto su alcuni processi e sulla legislazione in materia di mafia, varata dal primo governo Berlusconi.
29 giugno 2010
La Corte d’appello di Palermo condanna Dell’Utri a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ma la condanna si ferma a fatti relativi al 1991. Per il periodo il cui inizio coincide con le stragi del 1992, che determinano la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e cioè la “stagione politica” di Dell’Utri, la Corte invece lo assolve perché «il fatto non sussiste». In particolare, il giudice relatore Claudio Dall’Acqua scrive che “non è stata acquisita prova certa, né concretamente apprezzabile, del preteso accordo politico-mafioso stipulato tra Cosa nostra e l’imputato”. Il processo passa quindi alla Cassazione, che su questo specifico punto rigetta il ricorso della procura generale. Quindi da oltre nove anni, e cioè dal 29 giugno 2010, Dell’Utri è assolto definitivamente per i fatti a lui ascritti a partire dal 1992.
Marzo 2013
A Palermo inizia il processo di primo grado sulla presunta Trattativa Stato-mafia. Gli imputati sono 12. Il nuovo reato ipotizzato contro Dell’Utri è la minaccia a corpo politico dello Stato (articolo 338 del Codice penale) e riguarda fatti successivi al 1992: sono esattamente gli stessi della “stagione politica” sui quali Dell’Utri è già stato processato per concorso esterno e assolto definitivamente nel giugno 2010. Fin dall’inizio delle udienze, i suoi avvocati contestano che il nuovo procedimento Trattativa avvenga in violazione delle norme sul “ne bis in idem”. Ma inutilmente.
9 maggio 2014
Mentre il primo grado del processo Trattativa è in corso, la Cassazione condanna definitivamente Dell’Utri a 7 anni di reclusione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, ma soltanto per i fatti precedenti al 1992. Sugli anni successivi della cosiddetta “stagione politica”, come s’è detto, l’assoluzione di Dell’Utri è divenuta definitiva perché la Cassazione ha rigettato il ricorso del procuratore generale.
20 aprile 2018
Si conclude il primo grado del processo Trattativa: Dell’Utri viene condannato a 12 anni di reclusione per minaccia a corpo politico dello Stato. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici rigettano l’ipotesi del principio del “ne bis in idem” sostenendo che tra i due processi non esista “medisimezza dei fatti”, e che nel primo processo non si faceva riferimento alle minacce.
18 marzo 2019
Gli avvocati di Dell’Utri ricorrono alla Corte europea dei diritti dell’uomo, a Strasburgo, contestando una grave violazione dei diritti: Dell’Utri è stato illegittimamente processato due volte sugli stessi fatti, dicono, e il secondo procedimento è in corso. In luglio la Cedu registra il ricorso.
29 aprile 2019
Davanti alla Corte d’appello di Palermo inizia il processo d’appello per la presunta Trattativa Stato-mafia. Gli avvocati di Dell’Utri tornano a eccepire l’illegittimità del procedimento, perché riguarda esattamente gli stessi fatti per i quali il loro cliente è già stato assolto definitivamente, sia pure in un processo che individuava una diversa ipotesi di reato. Ma la Corte d’appello va avanti.