Terremoto di Amatrice: i primi 5 indagati per il crollo degli edifici
Accusati di disastro e omicidio colposi per l'uso di materiali inadeguati nella costruzione delle palazzine popolari in cui morirono 19 persone
Ci sono i primi 5 indagati nell'inchiesta della procura di Rieti sui crolli degli edifici ad Amatrice a seguito del terremoto del 24 agosto dello scorso anno.
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In particolare i pm si sono concentrati sul cedimento delle palazzine popolari di piazza Sagnotti in cui morirono 19 persone. La notizia dell'avviso di conclusione indagini, anticipata dal Tg1, riguarda ex responsabili della ditta che nel 1971 costruì gli edifici e del Genio Civile e un ex assessore del Comune.
Un problema di costi e di profitti
Sono accusati di disastro e omicidio colposi per aver usato materiali inadeguati alle scosse e per i nulla osta. "Le palazzine sono state costruite molto male - ha detto il procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva -, e questo non si è verificato per altre palazzine costruite nella stessa piazza dalla stessa impresa. Sono andati a risparmio, un problema di costi e di profitti. Il fatto che si tratti di un edificio costruito dallo Stato ci addolora - aggiunge -, bisognerebbe fare di più, laddove c'è una responsabilità pubblica le cose appaiono sicuramente di una gravità maggiore".
"Per come erano state realizzate sarebbero crollate con qualsiasi sisma", ha detto il pm di Rieti Rocco Gustavo Maruotti, che ha firmato l'inchiesta assieme al collega Lorenzo Francia.
La svolta nell'indagine arriva a quasi undici mesi dal terremoto devastante che ha raso al suolo gran parte della cittadina reatina. Gli indagati ai quali è arrivato l'avviso di conclusione indagini - che in genere prelude alla richiesta di rinvio a giudizio - sono quasi tutti molto anziani, a causa dei decenni trascorsi dalla costruzione degli edifici.
Si tratta di Ottaviano Boni, 79 anni, all'epoca direttore tecnico della Sogeap, impresa appaltatrice dei lavori; Luigi Serafini, 84 anni, amministratore unico della stessa società; Franco Aleardi, 84 anni, allora presidente pro tempore dell'Istituto autonomo case popolari (Iacp); Maurizio Scacchi, 63 anni, geometra dipendente della Regione Lazio; infine Corrado Tilesi, 85 anni, che all'epoca era assessore ad Amatrice.
Altre quattro persone non sono più perseguibili perché morte da molto tempo.
Morti e feriti
Tra le 19 vittime elencate nell'atto, la più giovane, Ludovica Tulli, aveva 12 anni; la più anziana, Rocco Gagliardi, 81 anni. Altre tre persone sono rimaste ferite nel crollo delle case.
"Tutti i pilastri risultavano molto sottili, con spessore prevalente pari a 20 cm, e la loro armatura era esigua", scrivono i pm nell'avviso di conclusione indagini. "Il calcestruzzo utilizzato per la realizzazione delle strutture presentava una classe di resistenza bassa - si legge ancora -, pari in media a 149 Kg/cm2, e comunque inferiore a quella prevista in progetto, pari a 225 kg/cm2". Insomma materiali scadenti per fare profitti, che avrebbero ucciso 19 persone a 45 anni di distanza.