Terremoto nelle Marche: tenacia e coraggio che fanno rinascere i Sibillini
Antonella ha perso tutto la mattina del 30 ottobre 2016, casa e lavoro. Montegallo, il suo paese ai piedi del Monte Vettore, si è svuotato. Ma lei ha deciso di tornare. E riaprire il suo ristorante. Outdoor. Ecco la sua storia
30 ottobre 2016: la discesa verso il baratro
"La mattina del 30 ottobre stavo preparando le colazioni per i volontari della Protezione civile", ricorda Antonella. "Appena avvertita la scossa sono corsa fuori, è stato bruttissimo e strano: vedevo i palazzi del centro muoversi e venire addosso. Balzo era un nugolo di polvere. Da quel giorno è iniziata la nostra discesa verso il baratro".
Prima c'è stato il terrore, poi la disperazione. "I primi giorni mi sono concentrata solo sulla paura, non sui danni. Al risveglio, però, ho capito che c'era da riorganizzare la vita lavorativa e la vita vera".
Montegallo, come i paesi limitrofi, è stato completamente evacuato. Antonella, Stefano e loro figlio, come altri terremotati, sono stati trasferiti a Grottammare (Ap). Sono rimasti lì due settimane (a differenza di altri lì "parcheggiati" per mesi), per poi spostarsi dai genitori di lui, in una casa ad Ascoli Piceno: beffa nella beffa, i genitori di Stefano sono di Amatrice e anche loro hanno perso tutto e cercato riparo ad Ascoli.
A dicembre Antonella e Stefano hanno preso in affitto un'abitazione autonoma, sempre ad Ascoli (da febbraio ricevono il contributo di autonoma sistemazione). Ma, ancor più della perdita della casa, è stata la perdita del lavoro a farsi sentire, asfissiante e opprimente, come una mano che stringe sul collo. La mancanza di entrate, l'assenza di prospettive.
"Alcuni imprenditori dell'Emilia Romagna hanno fatto una donazione per gli imprenditori di Montegallo. È prevista una delocalizzazione di alcune attività commerciali, stanno preparando l'area, sotto al campo sportivo del paese: il centro è a buon punto ma ancora non sappiamo quando sarà pronto. Stessa cosa per le casette: è iniziata la costruzione ma non sono ancora state ultimate", spiega Antonella. Per questo ha deciso di non darsi per vinta e ripartire da sola, senza aspettare aiuti dall'alto e burocrazia. Ma abbracciando gli aiuti, generosi e caldi, dei privati.
La battaglia di Antonella per tornare a Montegallo
A dicembre 2016 la ristoratrice montegallese si è rimboccata le maniche e ha dato il via, non senza momenti di sconforto, alla sua rinascita. Prima ha iniziato a vendere prodotti gastronomici locali per i regali natalizi, poi, grazie ai clienti del suo ristorante, è andata a cucinare in giro per le Marche, preparando cene solidali ospitate in altri paesi marchigiani non terremotati. "Ciò mi ha permesso di avere liquidità per comprare nuovi strumenti per il mio lavoro. Ad aprile un'associazione privata ci ha donato una casetta temporanea. Ho potuto così realizzare quello che volevo: tornare a lavorare qua, a Montegallo", dice Antonella, mentre ha appena servito un'invitante pasta alla gricia, l'antenata dall'amatriciana. "Ho disdetto la richiesta della casetta statale e siamo tornati a Montegallo".
Il 22 aprile ha inaugurato un chioschetto mobile, La casetta di Antonella, a metà maggio è nato Lo Spuntino Garden, un ristorante all'aria aperta. "Con l'incasso di ogni fine settimana compriamo degli strumenti nuovi".
E com'è stato tornare a Montegallo? "Ho vissuto emozioni contrastanti. È stato triste vedere la piazza vuota, il paese senz'anima. Ma è stata una gioia riprendere il lavoro qui, come un miraggio". Durante l'estate qualche abitante del posto è tornato, prendendo in affitto i bungalow del campeggio, ma col freddo, che tra i monti è pungente, Montegallo torna a essere l'eremo di pochi tenaci.
Tante incertezze, una certezza: "Da Montegallo non vado via"
Meteo permettendo, Antonella e Stefano vogliono rimanere ad animare e ristorare chi passa da Montegallo almeno fino al 30 ottobre, giorno in cui scade il permesso per la loro attività outdoor. "Ma sto spingendo perché venga prorogato. È mio diritto programmare la mia vita lavorativa". Dal vice sindaco di Ascoli, Donatella Ferretti, Antonella ha ricevuto il premio per l'imprenditoria femminile. E i sostenitori del progetto made in Forlì "Abbraccia le attività commerciali di Montegallo", che raccoglie fondi per creare l'area commerciale con le attività dislocate, le hanno dedicato la canzone Combattente.
"I privati cittadini e i miei clienti mi hanno aiutata molto. Sono orgogliosa di aver fatto leva sulla forza di volontà mia e di mio marito. Siamo diventati un punto di riferimento a Montegallo", dice con aria fiera e determinata. "I turisti sono tornati con l'intento di sostenere questa area. Grazie alla mia iniziativa, ho aperto la strada alla possibilità di far rinascere questo borgo".
Il futuro? "Spero di riprendere un lavoro dignitoso". Il dove è certo: "Qui, a Montegallo. Non vado via".
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A guardarli da lontano, i monti Sibillini, mentre ti avvicini in auto, sono così assoluti e avvolgenti che quasi dimentichi le ferite che dentro nascondono, come una bella donna che sorride nonostante i dolori più intimi. Poi, però, al bivio tra Montemonaco e Piano, lo sguardo piomba su un dare precendenza e altri cartelli stradali in mezzo alla scarpata: parte della carreggiata è venuta giù. Entrando a Montegallo, poi, ecco intonaci caduti ancora per strada, crepe profonde che percorrono i muri esterni delle case, abitazioni puntellate da gabbie di ferro e legno.
Dal terremoto del 30 ottobre 2016 Montegallo, località ascolana ai piedi del Monte Vettore, è diventato un paese fantasma. Non c'è la distruzione ammutolente e straziante di Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli. La forte scossa di 6.5 non ha strappato vite, ma ha portato via la vita da tanti paesi marchigiani (sono 87 i comuni marchigiani nel cratere sismico su 131 totali). Però è proprio da qui, dal cuore dei Sibillini martoriati, che spunta una storia di rinascita e tenacia.
A Montegallo il punto di ritrovo per turisti volenterosi
Antonella Rovedi e suo marito Stefano Valentini col terremoto hanno perso tutto: casa, ristorante e bed & breakfast in cui lavoravano insieme. Come tutti gli abitanti di Balzo di Montegallo, sono stati costretti a lasciare il paese, riparandosi prima lungo la costa, poi ad Ascoli. Ma ora sono tornati, per non lasciar morire la loro terra, per aggrapparsi coraggiosamente a Montegallo e lì riportare speranza e... buoni piatti della tradizione marchigiana.
Il loro ristorante Lo Spuntino è chiuso e inagibile, chissà per quanto. I tavoli sono ancora apparecchiati per le colazioni, così come erano quella mattina dell'ottobre di un anno fa, ore 7.40. Ma Antonella e Stefano hanno deciso di ripartire, nonostante tutto. A dare loro la forza anche l'aiuto di tanti privati cittadini.
Antonella e Stefano sono ripartiti prima da un chioschetto mobile, situato nell'incrocio centrale del paese. Poi hanno aggiunto cucina esterna e due tendoni a mo' di sale da pranzo ed ecco che ora il neonato Lo Spuntino, versione outdoor, è diventato il punto di ritrovo di motociclisti, ciclisti e turisti volenterosi che amano le Marche e i Sibillini. La spinta a ritornare. A risorgere.